Villa Pamphilj a Roma (anche se sarebbe più esatto dire Doria-Pamphilj perché Anna, figlia di Camillo ed Olimpia Aldobrandini, sposò il principe genovese Giovanni Andrea III Doria Landi e la famiglia Doria fu scelta quale erede nel 1760 alla morte dell’ultimo Pamphilj) è uno dei miei luoghi del cuore, la frequento da quando sono bambina, ed è amatissima da tutti noi monteverdini (per chi non fosse di Roma, Monteverde è un quartiere residenziale nella parte sud della città ).
Villa Pamphilj, il piu grande dei parchi romani
Roma è una città molto verde, anche se non è percepita come tale neanche dai suoi abitanti. Posizionata alle pendici del Gianicolo, con i suoi 180 ettari di superficie Villa Pamphilj è il più grande dei parchi romani e una delle ville meglio conservate, fortunatamente scampata agli scempi edilizi che hanno distrutto altre storiche ville come quella Ludovisi: l’unica manomissione si deve all’apertura della via Olimpica che ha diviso in due l’antica tenuta.
Il parco, concepito in origine come un insieme di giardini, zone agricole e zone di caccia, è protagonista assoluto rispetto alle architetture presenti, tanto da giustificare anche la denominazione di Villa del Bel Respiro.
Di origini umbre, la famiglia Pamphilj dovette la sua ascesa sociale a Giovanni Battista, che fu papa con il nome di Innocenzo X, dal 1644 al 1655. Figura di grandissima importanza fu Olimpia Maidalchini, sua cognata, la quale acquisì enorme potere e ingenti ricchezze, tanto da essere chiamata ironicamente dai romani “la papessa”. La sua influenza sul cognato pontefice era tale che ogni decisione importante passava sotto il suo vaglio: invisa al popolo romano, a lei furono dedicate pasquinate celebri come questa: Chi dice donna, dice danno – chi dice femmina, dice malanno – chi dice Olimpia Maidalchina, dice donna, danno e rovina. Una leggenda vuole che il 7 gennaio, giorno dell’anniversario della morte di Innocenzo X, il suo fantasma corra per le strade del centro di Roma su una carrozza in fiamme, per andare a sprofondare nel Tevere con i tesori che aveva accumulato. Il figlio di Donna Olimpia, Camillo Pamphilj, nominato cardinale, lasciò la porpora per sposare Olimpia Aldobrandini e proprio a lui dobbiamo la nascita della Villa, sorta grazie a successivi ampliamenti dell’originario possedimento del padre.
Il luogo dove sorge la villa era già utilizzato in epoca romana: testimonianza di ciò sono i numerosi monumenti funebri ritrovati in zona, tra cui risalta il Colombario di Scribonio Menophilo riportato alla luce nel 1984-86 mentre inglobate nel muro lungo la via Aurelia sono visibili alcune delle arcate dell’acquedotto Traiano.
Il pezzo forte è sicuramente lo splendido Casino Algardi, chiuso al pubblico in quanto di proprietà della Presidenza del Consiglio e sede di incontri politici. Progetti per il casino furono presentati da Borromini e da Bernini, ma la scelta ricadde su quello dello scultore Alessandro Algardi, che seguì soprattutto l’acquisto e il restauro delle pezzi antichi che decoravano il villino.
Nel 700 la villa era ancora un luogo di svago, dove si giocava al gioco della Pallamaglio, simcacciava o si poteva andare in barca nel bel laghetto tutt’ora presente. Nell’800 villa Pamphilj venne trasformata dal principe Filippo Andrea V in una sorta di tenuta agricola modello, che comprendeva oltre i giardini, un orto botanico ed uno agronomico, un villaggio agricolo, un laboratorio per il formaggio. Filippo Andrea V fece realizzare le splendide serre in ferro, ghisa e vetro, dove si coltivavano ananas, fragole ed asparagi.
Nel 1849 la villa fu teatro di una delle più cruente battaglie per la difesa della Repubblica Romana: le truppe francesi di Napoleone III il 2 giugno occuparono l’adiacente Villa Corsini e le truppe garibaldine, asserragliate nelle ville circostanti come quella del Vascello tentarono invano di scacciarle. Pochi sanno che Goffredo Mameli morì in seguito alle ferite riportate proprio combattendo qui. A ricordo di questi battaglia c’è il piccolo monumento ai caduti francesi e i molti viali dedicati ad alcuni dei tanti patrioti che qui persero la vita.
Attualmente la villa è pubblica, rimane proprietà della famiglia Doria Pamphilj solo la cappella funeraria, luogo di sepoltura dei principi, ed è la meta di tanti sportivi che qui praticano jogging o mountain bike e dei tanti visitatori che vogliono godere delle sue bellezze. All’interno si trovano vari parchi giochi per bambini, un bistrot molto frequentato, una biblioteca comunale e un teatro e il bellissimo laghetto.
Nom conoscevo questo parco…ci sono così tante cose a Roma da visitare che non basta mai il tempo per vederla in maniera approfondita!
Davvero, non si finisce mai di conoscerla!
Che meraviglia! Purtroppo conosco pochissimo Roma, ma mi piacerebbe molto visitare questi parchi così belli e suggestivi!!
È davvero bellissima, ma purtroppo molto trascurata ultimamente, come molte cose a Roma