All’inizio del 2023 ha finalmente riaperto alle visite guidate uno dei tanti tesori nascosti di Roma, Villa Bonaparte, attuale sede dell’Ambasciata francese presso la Santa Sede, che deve il suo nome non tanto a Napoleone, quanto alla sua celebre sorella Paolina.

La storia di Villa Bonaparte

L’edificio fu costruito nel 1750 dal Cardinale Silvio Valenti Gonzaga, segretario di Stato del Papa Benedetto XIV. Il cardinale fu un celebre collezionista d’arte e a lui si deve il primo nucleo della Pinacoteca Capitolina, formato dalle collezioni Sacchetti e Pio di Savoia (scusate la precisazione, ma ho fatto un esame universitario su questo argomento! Tra l’altro non tutti sanno che i Musei Capitolini, di cui la Pinacoteca è parte, sono considerati il primo museo pubblico al mondo).

La Villa all’epoca era dunque il luogo dove erano conservate tante opere d’arte (esiste un celebre quadro del Pannini che raffigura proprio la quadreria del Cardinale Valenti Gonzaga), frequentato da personaggi dell’ambiente artistico e scientifico del tempo. Gli ospiti dell’alto prelato rimanevano stupiti non solo dalla sua collezione, ma anche da un tavolo da pranzo imbandito che dalle cucine saliva fino alla sala da pranzo.

Non si sa con certezza chi fu a progettare la Villa, probabilmente fu un insieme di diversi architetti. Oltre che per le opere che conteneva, il casino era celebre anche per le piante esotiche coltivate nel suo giardino (sembra che qui fu piantato il primo ananas in Europa).

Alla morte del cardinale, la Villa fu acquistata prima dalla famiglia Sciarra Colonna e successivamente, nel 1816, da Paolina Bonaparte, sorella di Napoleone che vi rimase fino al 1824.

Paolina, principessa Borghese, intraprese importanti lavori di rinnovamento della Villa, con i quali portò a Roma lo stile impero. Alla sua morte nel 1825, la villa passò ai suoi nipoti e ai loro discendenti fino al 1906 quando fu venduta al governo Prussiano. Rimase di proprietà della Germania fino alla Seconda Guerra mondiale, e dal 1950 appartiene alla Francia.

Paolina Borghese

Paolina Borghese è conosciuta in tutto il mondo per la celebre statua scolpita da Antonio Canova e conservata nella Galleria Borghese, che la ritrae seminuda nelle vesti di Venere vincitrice, statua che ritroviamo riprodotta in piccole dimensioni anche nella Villa Bonaparte.

Meno conosciuta è la storia di Maria Paola, così si chiamava, sorella minore di Napoleone. Giovanissima, sposò il generale Leclerc amico del fratello, che non esitò a tradire con numerosi amanti: per placare gli scandali, Bonaparte spedì Leclerc e la sorella nelle Antille per sedare una rivolta di schiavi. A quanto pare, anche qui Paolina non perse il vizio di cornificare il marito, che le fece il favore di togliersi di mezzo morendo nelle Antille. Visto il personaggio, è facile immaginare che l’anno di lutto per la morte di Leclerc non fu propriamente rispettato; a Parigi Paolina incontrò il principe Camillo Borghese, che sposò dopo pochissimo tempo trasferendosi con lui a vivere a Roma. Anche qui, la ormai principessa Borghese continuò la sua vita frivola e i suoi tradimenti: non amò mai la città né fu amata dai romani.

Quando il marito venne nominato governatore di Torino, dovette seguirlo nella città sabauda dove ebbe come damigella la madre di Camillo Benso di Cavour, del quale fu madrina di battesimo. Stanco dei suoi tradimenti, Camillo abbandonò la moglie e  nei dieci anni di separazione da lui, Paolina viaggiò in tutta Europa e fu l’unica a seguire Napoleone nel suo esilio all’Elba mentre non le fu mai consentito di raggiungerlo a Sant’Elena. Gravemente ammalata, si riavvicinò al marito e morì dopo pochi mesi a soli 45 anni.

La visita di Villa Bonaparte

È possibile ammirare la Villa solo con le visite guidate tenute in italiano o francese, che durano circa 45 minuti, previa prenotazione e controllo di un documento d’identità.

Nel grande atrio d’ingresso ci accoglie il ritratto del primo padrone di casa, il Card. Valenti Gonzaga.

Su questo piano si trova una stanza da letto utilizzata per gli ospiti: il lungo letto venne realizzato appositamente per il Gen. De Gaulle, notoriamente alto, quando fu ospitato nell’ambasciata.

Dall’altro lato della hall c’è la cosiddetta stanza egizia, decorata in onore delle campagne militari in Egitto di Napoleone, e un’altra camera da letto.

Si sale al piano superiore tramite una bellissima scala: le mura di questo ambiente vennero ridipinte con una tecnica particolare su direttiva del pittore Balthus, che per molti anni fu direttore dell’Accademia di Francia a Roma.

Al piano nobile si apre il grande salone d’onore, adornato dalle figure monumentali delle muse tratteggiate in chiaro scuro sullo sfondo decorato con motivi architettonici.

La sala da pranzo occupa quella che era la camera da letto di Paolina ed è impreziosita da nature morte del Seicento francese provenienti dal Museo del Louvre.

La loggia dell piano nobile è caratterizzata da un soffitto decorato con un magnifico pergolato che richiama l’elegante giardino che circonda la Villa.  

Un’ultima sorpresa attende il visitatore alla fine della visita: sul muro di fondo del giardino è visibile la Breccia di Porta Pia! Nella mattina del 20 settembre 1870 i bersaglieri furono i primi ad entrare nello Stato Pontificio proprio dal giardino di Villa Bonaparte, dove si era raggruppata la difesa degli zuavi.

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