Confesso che l’Islanda non era nella mia lista dei desideri, ma quando si è presentata l’occasione di un sitting a Reyjkvick, l’ho colta al volo e sono partita per questa nuova avventura.

Il noleggio dell’auto

Ho realizzato subito che, per poter visitare le cose che mi interessavano, sarebbe stato necessario avere una macchina, dato che la casa dove avrei alloggiato non era molto ben collegata con i luoghi che volevo visitare e non avevo voglia di prenotare uno dei vari tour giornalieri proposti dalle varie agenzie locali.

Ho iniziato così a vedere i costi di un noleggio sul sito che uso di solito, Alamo. Poi, dando un’occhiata alla prenotazione del volo WizzAir, ho visto che era possibile noleggiare un veicolo anche attraverso il loro sito ad ottimi prezzi e quindi ho utilizzato la compagnia Payless. In pratica, il noleggio di una Hyundai i10 per 4 giorni mi è costato sui 150 €, più circa 55€ di benzina.

Atterrando all’aeroporto Keflar, è facilissimo trovare i banchi delle varie compagnie che si trovano subito a sinistra prima dell’uscita. Per guidare in Islanda basta avere la patente italiana e le regole per la guida sono molto poche: si devono sempre tenere le luci accese, se c’è molto vento bisogna aprire le portiere mettendosi controvento, si può tenere una velocità massima di 90 km fuori dai centri abitati, non bisogna intralciare se ci si ferma per fare le foto. Una volta sbrigate le formalità burocratiche, il parcheggio per ritirare la propria vettura è proprio di fronte al piazzale antistante l’uscita dell’aeroporto, tutto molto semplice quindi. Più distante invece è il punto dove lasciare la macchina a noleggio ultimato.

Ed eccomi quindi, con la mia macchinina bianca pronta per questa avventura on the road sulle strade islandesi! Non ho preso una 4×4 perchè non avevo in programma di raggiungere posti off-road, e purtroppo non c’erano a disposizione auto elettriche o per lo meno ibride come avrei preferito.

Sulle strade islandesi

Abituata al traffico di Roma, il primo tragitto fino a casa è stato abbastanza straniante, visto che in pratica per i primi 30 km si percorre una strada dritta in mezzo al nulla o quasi! Fuori dai centri abitati (quei pochi che s’incontrano in Islanda), non ci sono mai incroci, ma rotonde. Solo dopo un bel pò, mi sono accorta che viaggiavo con le luci spente, dato che pensavo si accendessero automaticamente! Sono arrivata alla casa che mi avrebbe ospitato per il sitting alle 9 di sera, quindi per quel giorno niente più guida. Nei giorni seguenti invece ho guidato parecchio per raggiungere i luoghi che mi ero ripromessa di visitare (Geysir, Pingvellir ParkReykjadalur) per un totale di circa 550 km, sempre accompagnata da una radio locale che trasmetteva ottima musica anni ’80.

Per la maggior parte del tempo ho viaggiato lungo strade lunghissime, incontrando pochissime macchine, tanto che ogni tanto pensavo che, se mi fosse successo qualcosa, mi avrebbero ritrovato dopo una settimana! Al tempo stesso le vedute e gli scenari naturali maestosi che ho potuto ammirare sono stati di una bellezza da togliere il fiato. Ci sarebbe stato da fermarsi ogni 5 minuti per scattare foto, ma uno dei difetti delle strade islandesi, se non ci si vuole fermare proprio sul ciglio della carreggiata, è che ci sono poche piazzole di sosta e quasi sempre i pochi parcheggi sono messi sul lato meno panoramico della strada!

Nei giorni che ho trascorso in terra islandese, il tempo è stato molto variabile: una mattina sono uscita che c’era il sole e nel pomeriggio, mentre ero ancora piuttosto lontana da casa, ha iniziato a nevicare: la fortuna è stata che inizialmente si è trattato piuttosto di nevischio e sono riuscita a guidare senza troppi problemi. Appena rientrata, ha iniziato a nevicare davvero tanto e ha continuato tutta la notte e questa era la situazione della macchina il mattino dopo!

Per fortuna le strade erano pulite e così, con molta prudenza visto che non sono abituata a guidare sulla neve, sono potuta andare a visitare Reykjavik.

La capitale e i suoi dintorni sono sicuramente le aree più trafficate: per entrare in città ci sono della ampie arterie a scorrimento veloce, ma lì tutti mantengono la distanza di sicurezza e si guida abbastanza facilmente. Ho visto che ci sono indicazioni per vari parcheggi in centro, ma io non li ho mai utilizzati.

Nei centri abitati le pompe di benzina si trovano senza difficoltà, quasi tutte a self service, ma altrove si può guidare per decine di km senza incontrarne una, quindi meglio non girare in riserva. Io ho viaggiato tranquillamente con il pieno che avevo trovato nella macchina: dovendola restituire col serbatoio riempito, l’ultimo giorno mi sono dovuta fermare una una stazione di servizio, ma non conoscendo la macchina, non riuscivo ad aprire lo sportellino del serbatoio e quindi, con molto imbarazzo, ho dovuto chiedere ad un gentile camionista, poi in mio aiuto è arrivato un altrettanto gentile benzinaio.

Il tratto più bello ed inaspettato è stato quello che ho fatto per tornare in aeroporto. Non volendo ripercorrere la strada abbastanza desolata che avevo fatto all’andata da Hafnarfjörður mi ero diretta verso le scogliere di Krísuvíkurberg: dopo aver superato un tratto montagnoso, mi sono ritrovata davanti l’incredibile scenario del lago Kleifarvatn e qui, come tutti gli altri guidatori, mi sono fermata a contemplare la stupenda spiaggia di sabbia nera lambita dalle acque cristalline del lago circondato da una corona di montagne innevate. Uno spettacolo che mi ha fatto commuovere…. La strada costeggia il lago per vari km e per fortuna qui c’era la possibilità di fermarsi senza problemi! Per la cronaca, le scogliere non sono riuscita a vederle perchè una volta arrivata lì, ho scoperto che per raggiungerle avrei dovuto fare più di 3 km di strada dissestata, nel deserto più assoluto e non me la sono sentita di rischiare di fare danni alla macchina o di perdere il volo per un qualsiasi problema.

In conclusione, noleggiare la macchina si è rivelata una scelta azzeccata che mi ha dato la libertà di visitare i luoghi che volevo ammirando l’incredibile bellezza della natura islandese ad un costo inferiore a quel che pensavo.