Roma nasconde tanti tesori, sconosciuti anche a chi la conosce molto bene. Uno di questi, che ho scoperto grazie alle Giornate di Autunno FAI, è l’Orto Monastico dell’Abbazia di San Paolo fuori le mura.

ingresso dell'Orto monastico di San Paolo fuori le mura

Sul luogo dove, secondo la tradizione, fu sepolto San Paolo, nel IV secolo fu costruita la Basilica dedicata al santo affidata dal VIII secolo in poi alla cura dei monaci benedettini. La Basilica fu quasi completamente distrutta da un incendio nel 1823 e prontamente ricostruita.

Accanto ad essa fu eretta la grandiosa Abbazia, che nasconde nel suo interno l’orto monastico. Solitamente chiuso al pubblico, è il luogo ideale per meditare sulla visione cristiana e monastica della natura intesa come “specchio”di Dio. È curioso scoprire che nello stemma dell’Abbazia appare una cinghia di cuoio col motto francese dell’Ordine della Giarrettiera, istituito nel castello di Windsor nel 1344, “Honi soit qui mal y pense” (Sia maledetto chi pensa male) che ricorda come, nel Medioevo, i sovrani inglesi fossero protettori di questo luogo.

Cortile dell'Orto Monastico dell'Abbazia di San Paolo fuori le mura.

Superate le possenti mura dell’Abbazia, un grande cortile di rappresentanza ci introduce in questo luogo di pace nel quale si realizza una sorta di Paradiso in terra: nelle diverse aree che costituiscono il giardino si segue infatti un percorso non solo botanico, ma anche teologico, filosofico e letterario.

giardino dell'Orto Monastico dell'Abbazia di San Paolo fuori le mura.

Tutte le piante presenti hanno infatti un particolare significato simbolico e sono menzionate nella Bibbia, ma qui, a differenza della carta stampata, ne possiamo sentire i profumi e vedere i colori. Le piante da fiore sono state scelte in modo che in ogni periodo dell’anno ci siano cespugli e arbusti fioriti. In autunno, grazie ad un particolare microclima, si realizza la cosiddetta “piccola primavera” in cui alcuni fiori rinascono quasi a salutarci prima della pausa invernale.   

Passeggiare nel giardino in questo periodo dell’anno èun tripudio di colori: accanto al bianco delle rose immacolate e dei fiori che circondano la piccola statua della Vergine a ricordarne la purezza, si può scorgere il giallo oro del Ginkgo Biloba o il rosso acceso dell’acero.

Statua dell'Orto Monastico dell'Abbazia di San Paolo fuori le mura.

I sentieri e le aiuole sono spesso impreziositi da materiale di spoglio provenienti dalla sottostante area archeologica o dalle rovine della basilica recuperate dopo l’incendio.

Aranciera dell'Orto Monastico dell'Abbazia di San Paolo fuori le mura.

Sicuramente uno degli angoli più interessanti dell’intero giardino è l’orto dei semplici (hortus simplicium) ove vengono coltivate, secondo la millenaria tradizione benedettina, le piante officinali impiegate nella composizione dei rimedi fitoterapici disponibili e acquistabili presso la Spezieria Monastica. Nella prima sezione sono coltivate piante dedicate alla Santa tedesca, badessa benedettina e Dottore delle Chiesa Ildegarda di Bingen, che scrisse due trattati enciclopedici che raccoglievano tutto il sapere medico e botanico del suo tempo. Nelle altre nove sezioni sono raggruppate le piante officinali che risolvono problemi di salute relativi ai vari sistemi ed apparati del corpo umano.

Chiostro dell'Orto Monastico dell'bbazia di San Paolo fuori le mura.

Proseguendo nella visita, grazie anche alla spiegazione del bravo narratore del FAI che ci accompagna, si scopre che anche le piante insidiose o velenose hanno i loro risvolti positivi e benefici, a ricordarci così che anche il male può diventare bene. Alla fine della visita ci si imbatte in un ultimo ambiente: il giardino di pietra: viene così definito lo splendido chiostro duecentesco dei Vassalletto, uno dei tesori dell’arte medievale romana, ricco di reperti antichi e romani.