Per chi come me ha studiato storia dell’arte, in particolare museologia, ossia storia del collezionismo e dei musei, visitare finalmente una nuova istituzione museale, di quelle il cui nome compare sui libri di studio, è sempre una grande emozione. Così è stato quando sono andata a vedere la Ny Carlsberg Glyptotek, ovvero la Gliptoteca di Copenaghen.

Ph Ana Cecilia Gonzalez -Glyptoteket

La Famiglia Carlsberg

La Glyptoteca fu fondata dal birraio Carl Jacobsen (1842-1914) uno dei maggiori magnati dell’industria danese e  grande collezionista d’arte. Jacobsen era figlio di J.C. Jacobsen, il creatore della birra Carlsberg che nel 1876 lasciò la sua birreria in eredità alla  Carlsberg Foundation, affinché continuasse ad essere diretta secondo lo spirito delle origini e per mettere la sua ricchezza a disposizione della società danese. Il nome dell’azienda deriva da quello del figlio Carl unito alla parola danese bjerg che significa collina.

Il giovane Carl, cresciuto a pane e birra, nel 1879 fondò una propria impresa, la New Carlsberg, che nel 1902 entrò a far parte della fondazione paterna. Al tempo stesso fondò la New Carlsberg Foundation, per promuovere le arti in Danimarca, anch’essa poi confluita nella fondazione di famiglia. Oggigiorno il Gruppo Carlsberg è il terzo produttore di birra del mondo e la sua fondazione ancora sostiene l’arte, la ricerca scientifica e le iniziative ecosostenibili. Carl Jacobsen fu sempre un generoso promotore della città di Copenaghen: pochi sapranno che fu lui a pagare la celebre statua della Sirenetta di Edvard Eriksen, divenuta uno dei simboli della città.

La storia della Ny Carlsberg Glyptotek

Insieme alla moglie Ottilia, Carl Jacobsen creò una raccolta unica di sculture che inizialmente aprì al pubblico nel giardino d’inverno della sua casa nel 1882. Col passare del tempo la collezione aumentò ed ebbe bisogno di uno spazio più grande dove essere esposta: Carl ed Ottilia regalarono le opere di arte moderna alla città in cambio di un sito e di un contributo per costruire un museo. Il luogo scelto dal governo cittadino era accanto al parco di Tivoli, collocazione che non fu molto gradita ai benefattori in quanto ritenuta un pò troppo popolare. Fu così che iniziò la costruzione della Gliptoteca che venne inaugurata nel 1897. Come Jacobsen dichiarò il giorno dell’inaugurazione:”Non volevo costruire un altro vecchio museo, volevo creare un tempio di bellezza, dove l’arte possa parlare a tutti“.

Successivamente la coppia donò al museo la propria collezione di arte antica e questo comportò la necessità di un grande ampliamento dell’edificio nel 1906. Novant’anni dopo un’altro ingrandimento fu necessario. Questo spiega perchè il museo è composto da diversi edifici che creano un perfetto scenario per l’esposizione di 6 millenni di storia dell’arte.

La parte più antica, destinata ad ospitare le opere di arte francese e danese, fu progettata dall’architetto Vilhelm Dahlerup che si ispirò a modelli dell’antica Roma, del Rinascimento e del Barocco: l’edificio è decorato con pavimenti a mosaico, stucchi e soffitti dipinti. All’inizio tre ali circondavano un cortile aperto: il celebre Giardino d’inverno fu creato solo nel 1906 coprendo il cortile con una cupola di vetro e ferro, ispirata alle architetture delle serre.

L’estensione del museo nel 1906, dovuta all’arrivo della collezione di antichità degli Jacobsens, fu opera di Hack Kampmann, che si ispirò alle architetture greche e romane, come risulta chiaro nella Central Hall. Carl Jacobsens pagò di tasca propria un’ingente somma per la realizzazione di quest’area, ispirata a modelli greci di 4° secolo A.C. con colonne e pavimento in marmo pregiato. Al centro della sala spicca un bellissimo mosaico pavimentale mentre lungo il colonnato sono esposte statue romane completamente ricostruite come era in uso all’epoca.

Il continuo aumento della collezione, soprattutto di quadri, che richiedono maggiori attenzioni per essere esposti, portò alla costruzione di un moderno edificio indipendente, ad atmosfera controllata, situato in uno cortile progettato da Henning Larsen, architetto anche della Royal Danish Opera House. Questa parte è dedicata anche alle esposizioni temporanee: io ho avuto la fortuna di vedere quella dedicata alla pittrice Suzanne Valandon. Dalla terrazza sul tetto di questo blocco si gode una magnifica vista sulla città.

La Gliptoteca ha festeggiato quest’anno i 125 anni di vita e questo anniversario è stato l’occasione per ripristinare i colori originali dei muri di molte sale, dopo un attento studio negli archivi, e anche per creare una birra special Edition!

Oltre che dai colori, il museo è contraddistinto dalla luce: in origine era stato concepito per essere aperto soltanto nelle ore diurne: l’illuminazione artificiale è stata aggiunta in seguito, ma la luce naturale esercita ancora un ruolo chiave nell’architettura come è ben visibile nei lucernai che illuminano alcune delle sale.

Lo scopo principale di Jacobsen fu di rendere fruibile al pubblico la migliore arte al mondo, inoltre l’edificio con il suo bellissimo giardino d’inverno permetteva ai visitatori una sosta rilassante dalla vita di tutti i giorni. Come lui stesso dichiarò: “Spero che in inverno, il giardino invogli le persone ad entrare e che dopo aver visto le palme, magari pensino anche alle statue“.

La visita della Ny Carlsberg Glyptotek

Il museo si trova in pieno centro cittadino, a pochi passi dal Municipio e al fianco dei Giardini di Tivoli: superato l’ingresso (la biglietteria si trova al piano inferiore), ci accoglie subito uno degli ambienti più scenografici ovvero l’arioso Giardino d’inverno, che è anche il punto di collegamento tra le varie ali del complesso e sede di Picnic, il caffè del museo. Ricco di verde e con una fontana centrale, è davvero un luogo dove fermarsi e rilassarsi, anche se sempre abbastanza affollato e rumoroso.

Da qui si ha accesso alle varie sezioni del museo: non c’è un percorso preciso di visita, quindi si può tranquillamente scegliere quali parti vedere, consultando sempre la piantina perchè alcune sezioni non sono comunicanti tra loro e per raggiungerle è quindi necessario tornare nel Giardino ed entrare da un’altra parte.

Punto forte della Gliptoteca sono le raccolte di statuaria di epoca greca e romana, alla quale sono dedicate molte sale che culminano nella scenografica Central Hall, la ricostruzione di un santuario greco. L’idea poteva sembrare un pò kitsch ed invece devo dire che è di grande effetto!

Anche la scultura francese e danese occupa un grande spazio, con un focus particolare sulle opere dello scultore francese August Rodin, di cui il museo possiede la maggior raccolta di lavori al di fuori della Francia.

Nella parte dedicata alla pittura francese a cavallo tra ‘800 e ‘900, di cui fu grande collezionista Helge, il figlio di Carl, c’è una piccola sezione dedicata al legame tra Paul Gauguin e la Danimarca: desta curiosità sapere che il pittore sposò una donna danese e visse a Copenaghen, anche se alla fine però preferì il clima migliore della Polinesia (come biasimarlo?)!

Parte della collezione di cimeli egizi è esposta nell’edificio creato da Larsen in un ambiente molto suggestivo: inoltre c’è anche una sezione dedicata al passato dei paesi del Mediterraneo che comprende una raccolta d’arte etrusca.

In conclusione, direi che ci sono ottimi motivi per trascorrere 2/3 ore in questo magnifico museo.

Per tutte le info =>  glyptoteket.com