Come ho già scritto nel precedente articolo, insieme a Sambourne House a Londra è possibile visitare la stupefacente Leighton House, la dimora-studio di un celebre artista dell’epoca vittoriana.
Frederic Leighton (1830-1896)
Sir Frederic Leighton è stato uno dei più importanti pittori e scultori di metà 800 e giocò un importante ruolo nel Movimento Estetico, realizzando quadri focalizzati più sulla bellezza formale che sul racconto drammatico. Di famiglia agiata, in gioventù viaggiò molto e visse a Firenze, Roma e Parigi prima di stabilirsi a Londra nel 1859. Continuò a viaggiare intensamente per tutta la vita e i suoi soggiorni in Nord Africa e in Medio Oriente ebbero, come vedremo, una grande influenza sul design della sua casa-studio.

George Frederic Watts-Ritratto di Leighton
Membro della Royal Academy of Arts dal 1868, nel 1878 ne divenne presidente, carica che mantenne per più di 18 anni dedicando moltissime energie al consolidamento del prestigio di questa importante istituzione. Incoraggiò e supportò sempre i suol colleghi più giovani e meno famosi ed è stato l’unico artista britannico ad essere nominato Lord poco prima della morte.
Grazie al suo charme, al suo bell’aspetto e alla sua natura cosmopolita raggiunse i più alti circoli sociali e fu amico di membri della famiglia reale e dei maggiori artisti della tarda epoca vittoriana: celebre e ricco, divenne il modello del prestigio raggiunto dall’arte britannica. Leighton non si sposò mai e molto poco si sa della sua vita privata, di cui si trovano ben pochi accenni anche nella sua corrispondenza.

Flaming June di Frederic Leighton- Museo de Arte de Ponce
Holland Park Circle
L’età vittoriana fu un periodo di fioritura per il campo dell’arte: l’espansione della classe media, il prestigio crescente goduto dai membri della Royal Academy, l’aumento della vendita delle stampe la rese un momento d’oro per gli artisti: molti di loro poterono costruirsi case dove vivere e lavorare. Si calcola che tra fine ‘800 fino alla Prima Guerra mondiale non meno di 1300 case-studio di artisti furono costruite nella sola Londra. Chelsea e St. John’s Wood furono le zone preferite, ma gli indirizzi più ambiti erano quelli intorno a Kensington High St.: gli artisti più ricchi e fortunati riuscirono a comprare dei lotti di terreno su Melbury Road e Holland Park Road dove costruire le proprie case, creando il cosiddetto Holland Park Circle. Il primo a insediarsi in quest’area fu George Frederic Watts nel 1852; all’epoca della morte di Leighton 10 case-studio erano state costruite su queste strade e molti artisti vivevano nelle vicinanze: la più bella tra queste case era quella di Leighton che venne presa a modello di come un grande artista dovesse vivere.
12 Holland Park Road
Leighton acquistò il lotto di terreno al 12 Holland Park Road nel 1864 e la creazione della sua magnifica casa lo tenne occupato per più di 30 anni.
Insieme al suo architetto, George Aitchison, realizzò una serie di ingrandimenti e abbellimenti creando quella “House Beautiful” come lui stesso la definiva, il luogo perfetto dove vivere, lavorare ed esporre la sua collezione d’arte.
All’epoca di questo incarico, Aitchison non aveva ancora mai progettato case, ma dopo la realizzazione di Leighton House ottenne numerose commissioni da parte di facoltosi clienti.
Inizialmente, la casa era piuttosto modesta, composta da una sala da pranzo, una stanza per la colazione e una per disegnare e al secondo piano il grande studio e la camera da letto, che appare davvero semplice rispetto allo splendore del resto dell’edificio.
Una prima estensione avvenne nel 1877: durante i suoi viaggi in Egitto e Turchia Leighton collezionò tessuti e ceramiche, ma fu a Damasco che ebbe inizio la raccolta di quelle piastrelle che oggi decorano la Arab Hall, databili per la maggior parte tra fine ‘500 e inizi ‘600. Leighton chiese anche ad amici e conoscenti, come il celebre esploratore Richard Burton, di portargli ulteriori esemplari. L’ispirazione per questa sala gli venne dal palazzo della Zisa di Palermo: grazie ai conti bancari del pittore sappiamo anche quanto costò realizzare questa estensione, ossia più di 7.000 sterline (la casa ne era costata 4.500).
Per assemblare in questa sala i diversi tipi di piastrelle, Leighton e il suo architetto George Aitchison chiamarono in aiuto William De Morgan. De Morgan aveva iniziato la sua carriera disegnando vetrate colorate con l’incoraggiamento di William Morris: in seguito aprì un suo studio di ceramica al 36 di Cheyne Row nel 1872 e divenne il principale ceramista del movimento Arts&Crafts creando ceramiche ispirate all’arte medievale ed islamica. Una delle sue prime commissioni fu proprio il lavoro per l’Arab Hall che comportò unire in maniera armonica le varie piastrelle esistenti e sostituire quelle rotte. Fu sempre lui a creare le piastrelle turchesi della sala Narciso e delle scale.
Tra il 1889 e il 1890 Leighton commissionò un grande studio d’inverno, a lato dello studio principale, per sopperire al problema della poca luce dovuta ai fumi e alla nebbia invernali.
L’ultima aggiunta della casa avvenne nel 1894 e fu completata pochi mesi prima della morte del pittore: una terrazza al primo piano venne trasformata nella Silk Room allo scopo di ospitare la collezione di quadri posseduta da Leighton, che comprendeva opere di John Everett Millais, George Frederic Watts e John Singer Sargent.
Alla morte del pittore, la casa passò alle sue sorelle, che tentarono di proteggere i suoi beni, ma alla fine purtroppo le collezioni furono vendute. La casa per fortuna venne preservata e nel tempo utilizzata come centro per le arti, biblioteca per l’infanzia, spazio per la musica e galleria per gli artisti locali, anche se purtroppo gran parte della decorazione andò perduta. Finalmente negli anni ’80 iniziò il lavoro per riportare la casa al suo stato iniziale: molti oggetti originali furono ritrovati e furono realizzate repliche di quelli mancanti.
La visita di Leighton House
Per una volta non starò a descrivere minuziosamente la casa per non togliere la meraviglia e l’incanto che si provano scoprendo man mano le sue stanze e tutti gli oggetti, i quadri, i disegni che contengono.
L’impressione è quella di entrare in un mondo incantato, fatto di lusso, eleganza e ricercatezza dove la bellezza regna sovrana.
A Leighton House si può entrare liberamente alla graziosa caffetteria e al bel giardino nel retro della casa.
Per ogni informazione => www.rbkc.gov.uk
Mi hai portato in un meraviglioso mondo del passato, molto interessante questa villa che non conoscevo, ottimo spunto per prossimi salti a Londra
Non conoscevo la storia né le opere di Sir Leighton, ma me lo segno per la prossima volta che sarò a Londra perché le case-museo hanno sempre il potere di riportarti indietro nel tempo, facendoti provare per qualche ora l’emozione di vivere in un posto ricco di arte e di storia. Che spettacolo il pavone – ma anche tutto il resto!
La casa è davvero spettacolare, qualcosa che proprio non ti aspetti
Ma che insolita meraviglia londinese sconosciuta ai più!!!Assolutamente da visitare, me la segnoooo!
Mi stai facendo scoprire una moltitudine di case museo che ora voglio assolutamente visitare! Sarebbe favoloso per me fermarmi a Londra magari due settimane, vedere tutti i must to see e poi dedicarmi alla visita di queste interessanti chicche!
Londra è piena di tesori meravigliosi, due settimane sono il minimo per visitarli.
Hai fatto davvero una splendida (e insolita) visita. Questa chicca me la segno per la prossima volta che sarò a Londra
Merita assolutamente una visita!
A parte che adoro questo stile inglese superlativo, mi perdo in tutti i dettagli delle tue foto che sono veramente belle, ma quello che fai (la petsitter) è fantastico. Io ho tanti gatti, amo gli animali e quando c’è bisogno, ovunque io sia, me ne prendo cura. Stupendo il tuo modo di viaggiare!
A me piace molto, e ora anche altre colleghe blogger hanno seguito il mio esempio e sono diventate petsitter!
Sono grata a questo gruppo di TBI, perché con molte di voi mi ritrovo in luoghi ed eventi storici, che forse io non avrei mai pensato di visitare, grazie anche per questo gioiellino
Grazie Cinzia, anche tu mi fai scoprire tanti luoghi che probabilmente non avrò mai occasione di visitare