È stata inaugurata il 10 Febbraio 2023 al Rijksmuseum di Amsterdam la più grande mostra dedicata al pittore olandese Johannes Vermeer, già definita la mostra dell’anno se non addirittura del secolo: si può davvero parlare di un evento eccezionale visto che dei 35 quadri conosciuti del pittore (sui circa 40/50 stimati da lui dipinti) sono in esposizione ben 28!

Johannes Vermeer

Per il grande pubblico, il nome di Vermeer è associato al suo quadro più celebre “La ragazza con l’orecchino di perla” e la sua immagine s’identifica probabilmente con quella di Colin Firth che interpretò il pittore nell’omonimo film, ma in verità quella di Vermeer è una figura piuttosto misteriosa. Di lui si sanno pochissime notizie, neanche la sua data di nascita è conosciuta, si sa solo che fu battezzato il 31 ottobre 1631 a Delft, figlio di un tessitore e mercante d’arte che successivamente divenne locandiere.

Un possibile autoritratto è stato ipotizzato nel quadro “La mezzana“.

Vermeer – Particolare de La Mezzana – Gemäldegalerie, Dresda

Il 20 aprile 1653 sposò Catharina Bolnes, nonostante l’opinione contraria della madre di lei: la coppia era infatti divisa da profonde differenze religiose e di status, (lei era una ricca cattolica, lui calvinista di famiglia indebitata). Nonostante ciò, a quanto pare il matrimonio fu felice visto che i due ebbero 15 figli, 4 dei quali morirono in tenera età. Vissero a casa della suocera, dove, al primo piano, Vermeer creò il suo studio. Il pittore, dopo il matrimonio, si convertì al cattolicesimo, i suoi figli risultano battezzati e le figlie studiarono presso la missione gesuita che si trovava accanto a dove la famiglia viveva: questo è un dato importante, visto che recenti studi hanno rilevato l’influenza che i Gesuiti ebbero su Johannes. Sembra furono proprio loro ad introdurre Vermeer all’uso della camera oscura, che un attento esame dei suoi quadri rivela, quadri in cui i riferimenti alla religione cristiana appaiono diverse volte. Oltre alle opere di carattere prettamente religioso che l’artista dipinse, come l’Allegoria della fede cattolica e la Santa Prassede, dietro la Donna che tiene una bilancia, s’intravede un grande quadro che rappresenta il Giudizio universale, tanto per fare un esempio.

Vermeer – Donna con la bilancia – National Gallery of Art, Washington

Nel dicembre 1653 Johannes entrò nella Gilda di San Luca di Delft come artista indipendente: secondo le regole della corporazione per iscriversi bisognava aver compiuto un apprendistato di sei anni presso un pittore: sono state avanzate le ipotesi che possa averlo effettuato presso Leonaert Bramer o Carl Fabritius, ma nulla è certo.

Gli ultimi anni di vita del pittore furono funestati dalla difficoltà di mantenere la sua numerosa famiglia: la guerra franco-olandese del 1672 distrusse varie fattorie in proprietà della suocera che procuravano entrate regolari e rese difficile anche la sua attività di mercante d’arte. Alla sua morte Vermeer lasciò molti debiti, tanto che la moglie dovette vendere alcuni dei possedimenti della famiglia.

Benché famoso quando era in vita e successivamente, Vermeer fu “riscoperto” a metà ‘800 e lo troviamo citato da Vincent Van Gogh che, in una lettera ad Emile Bernard, scrive:”È vero che si può trovare nelle poche tele che ha dipinto tutta la scala dei colori, ma la la loro peculiarità deriva dalle combinazioni di giallo limone, azzurro pallido e grigio chiaro, caratteristiche quanto le armonie di nero, bianco, grigio e rosa in Vélasquez“.

Grande estimatore di Vermeer fu Marcel Proust che inserisce la stupenda “Veduta di Delft” nella sua Recherche: è proprio per rivedere questo quadro che muore uno dei suoi personaggi, Bergotte.

Vermeer – Veduta di Delft – Mauritshuis, L’Aia

Ad un’opera di Vermeer è stata persino dedicata una poesia dalla celebre poetessa polacca Wislawa Szymborska.

Finché quella donna del Rijksmuseum

nel silenzio dipinto e in raccoglimento

giorno dopo giorno versa

il latte dalla brocca nella scodella,

il Mondo non merita

la fine del mondo.

La mostra

La mostra del Rijksmuseum di Amsterdam continuerà fino al 4 giugno, ma i biglietti (dal non modico prezzo di 30 €) al momento sono già esauriti: per far fronte alle numerose richieste, il museo ha anche prolungato gli orari di apertura nelle giornate di giovedì, venerdì e sabato fino alle 10 di sera.

Questo evento, che ha visto prestiti da musei di tutto il mondo, dalla Frick Collection di New York alla National Gallery di Washington al Louvre (mentre il Rijskmuseum possiede 4 quadri del pittore, ma il museo che conserva più dipinti del pittore, 5, è il Metropolitan di New York), è stata anche l’occasione per nuovi studi e ricerche approfondite sulle opere di Vermeer. Si è scoperto che, in vari quadri, oggetti e persone dipinte in un primo momento sono stati cancellati per rendere le scene più spoglie e pulite, con un focus maggiore sul soggetto principale e creare una maggior senso di calma.

Vermeer – La lattaia – Rijksmuseum, Amsterdam

Vermeer – La lattaia – Rijksmuseum, Amsterdam

È emerso anche che, contrariamente all’idea comune che il pittore dipingesse con estrema precisione e lentezza fin dall’inizio di un lavoro, abbozzava  con rapide pennellate la scena prima di iniziare a rendere i dettagli.

Non starò qui a pubblicare l’elenco dei quadri presentati nell’esposizione, trovate tutte le notizie sul sito del museo, proverò solo a spiegare qualche motivo ricorrente nelle opere di Vermeer.

Vermeer visse nel ‘600 (esattamente tra il 1632 e il 1675), l’epoca d’oro dell’Olanda che vide aumentare i propri commerci, le sue città crescere e le arti fiorire, ma nei suoi quadri lui mostra l’Olanda seicentesca in una dimensione intima, racchiusa tra le mura di case eleganti, in un’atmosfera rarefatta dove il mondo esterno appare appena accennato.

  • Solo in due opere, l’Astronomo e il Geografo, appare, come unico soggetto, un uomo, in tutte le altre  troviamo donne, sole o in coppia, o gruppi di 3/4 persone. L’Astronomo e il Geografo furono dipinti uno di seguito all’altro per essere venduti in coppia: vi appaiono due mappamondi, uno terreste e uno celeste, un sottile riferimento al mondo esterno. In altre opere invece dei mappamondi troviamo carte geografiche appese alla parete, oggetti costosissimi all’epoca.

    Vermeer – Il Geografo – Städel Museum, Francoforte sul Meno

  • In 6 quadri (quindi in un sesto di tutta la sua produzione) dipinge donne che leggono una lettera. Saranno lettere d’amore? Chissà (anche se a volte il dipinto di un Cupido che appare sullo sfondo ce lo conferma), di certo sono un contatto con il mondo che è al di fuori delle mura domestiche (è buffo notare che nessuna lettera scritta da Vermeer è conosciuta.)

    Vermeer – Ragazza che legge una lettera – Gemäldegalerie Alte Meister, Dresda

  • Praticamente quasi in tutti i quadri la luce proviene da sinistra, spesso da una finestra visibile nel dipinto, da dove però non traspare mai cosa c’è fuori.
  • In alcune opere appare una tenda in primo piano ad inquadrare il soggetto e darci quasi l’impressione di spiarlo nell’intimità.
  • Vari strumenti musicali sono visibili in un quarto di quadri, che spesso sono un indizio per far capire che ci troviamo davanti ad una scena di corteggiamento se non di vera e propria seduzione.
  • Incuriosisce il fatto che spesso i tavoli siano coperti da tappeti persiani: questo avveniva perchè erano troppo preziosi per essere messi per terra.

Ovviamente in mostra non può mancare lei, la “Ragazza con l’orecchino di perla” resa ultra famosa dal romanzo di Tracy Chevalier, ma bisogna sfatare qualche mito. Il quadro non è un ritratto, né della serva Griet come descritto nel libro, né di nessun’altra bellissima ragazza, ma è un cosiddetto “Tronie”, ovvero un tipo di quadro di genere che si sviluppò solo nella pittura olandese e fiamminga come studio per le espressioni del viso e della luce, quindi fu solo frutto dell’immaginazione dell’artista. E l’orecchino non è una perla, ma di vetro!

Vermeer – La ragazza con l’orecchino di perla – Mauritshuis, L’Aia

La visita della mostra

Fortunatamente avevo comprato i biglietti per questo evento lo scorso novembre come regalo di Natale per me e mia figlia, mai pensando che potessero andare esauriti velocemente!

Per i visitatori c’è un ingresso separato al museo con un percorso distinto per raggiungere le sale e viene dato un braccialetto di carta come segno di riconoscimento. L’emozione di poter finalmente vedere tanti capolavori viene un pò mitigata dalla folla presente: per entrare nelle prime sale c’è la fila, così come bisogna aspettare pazientemente per riuscire a vedere le opere più famose.

Ovviamente tutto passa in secondo piano quando si riesce ad ammirare da vicino tanta bellezza, soprattutto la luce che Vermeer sapeva rendere così meravigliosamente e i suoi brillanti gialli e celesti, menzionati da Van Gogh. C’è però chi è più interessato ad altro…….

…..per fortuna compensato da bambini davvero attenti ed interessati a tutti i dettagli dei quadri, come questa adorabile bimba che abbiamo avuto accanto per tutto il percorso.

La visita dura circa un’ora e trenta e dopo si può girare liberamente per il resto del Rijksmuseum, che è davvero enorme e bellissimo! Per tutte le info =>https:rijksmuseum.nl