Quest’anno si festeggiano i 90 anni del Palazzo Rai di Via Asiago 10 a Roma e grazie alle visite promosse dal FAI in occasione delle Giornate d’Autunno ho avuto modo di conoscere la storia di questo edificio, storia che è intimamente legata a quella del mezzo radiofonico.
Breve storia della Radio
La prima trasmissione radiofonica ufficiale dell’URI–Unione Radiofonica Italiana (nata da un accordo tra le maggiori compagnie del settore, Radiofono, controllata dalla compagnia Marconi, e SIRAC (Società Italiana Radio Audizioni Circolari) venne effettuata il 6 ottobre 1924 (quindi presto si festeggerà il centenario della nascita della radio). La voce che gli italiani udirono in quella occasione era quella di Maria Luisa Boncompagni, la leggendaria annunciatrice della radio, che fu anche la prima anchor woman al mondo e la prima testimonial pubblicitaria. Era stata lei anni prima, tramite l’Araldo telefonico, una specie di giornale radio che si ascoltava al telefono, a dare la notizia dell’entrata dell’Italia nella Prima Guerra mondiale, a leggere il bollettino della vittoria firmato Diaz e a lanciare l’appello per i superstiti del dirigibile Italia subito dopo la tragedia al Polo Nord. Personaggio famosissimo ai suoi tempi, tra le migliaia di persone che la sua voce ammaliò ci furono personaggi del calibro di Guglielmo Marconi, Tazio Nuvolari e Al Capone che le scrissero appassionate lettere. Ultimamente il suo primato è stato contestato in quanto sembra che la voce di quel primo annuncio fu quella di Ines Viviani Donarelli, musicista e moglie del direttore artistico della URI.
Allo scopo di pubblicizzare il nuovo mezzo di comunicazione, nel gennaio 1925 nacque il settimanale Radiorario, quello che successivamente diventerà il RadioCorriere.
I primi apparecchi radio erano molto semplici: la ricezione del suono avveniva grazie ad un cristallo di galena, messo a contatto con un filo metallico: in alternativa ai cristalli galenici si usavano le valvole. I primi apparecchi erano complicati da utilizzare e con scarsa capacità di amplificazione, oltre che costosi, ma questo non impedì il diffondersi del nuovo mezzo di comunicazione che decollò negli anni successivi anche grazie a due personaggi leggendari come Nicolò Carosio, celebre radiocronista sportivo e Nunzio Filogamo (sua la famosa frase ““Miei cari amici vicini e lontani, buona sera, ovunque voi siate”) e al concerto della «Martini e Rossi» che andava in onda tutti i lunedì sera.
Negli anni ’30 le radio erano ancora oggetti costosi (circa 4 volte lo stipendio mensile di un impiegato) e il regime fascista introdusse modelli più economici come Radio Rurale, Radio Balilla e Radio Roma. Negli stessi anni iniziò la sperimentazione delle trasmissioni televisive e fu proprio dal palazzo di via Asiago 10 che partirono i primi programmi tv.
Le prime trasmissioni riguardavano soprattutto musica, bollettini del tempo e notizie di borsa perchè obiettivo dell’EIAR era produrre informazione ed intrattenimento: successivamente arrivarono le cronache sportive e le radiocronache.
Tra gli anni ’40 e ’50 gli apparecchi radiofonici furono dotati di una “scala parlante”, una banda dove erano indicate le posizioni delle stazioni e di un “occhio magico”, una finestrella che s’illuminava quando si trovava la maggiore sintonia.
Il 10 settembre 1943 la sede dell’EIAR venne occupata dai tedeschi, che, con l’arrivo degli americani fuggirono portandosi via tutti le apparecchiature: nel 1949 nacque la RAI-Radio Audizioni Italia che in 4 anni riuscì a ricostruire tutti i ripetitori distrutti o danneggiati durante la guerra. È incredibile pensare che a via Asiago 10 operavano stabilmente un’orchestra sinfonica di 83 elementi, una ritmica melodica di 53, un coro di 75 persone e una compagnia di prosa! Dal 1996 iniziò la digitalizzazione delle sale ed ora da qui trasmettono Radiodue e Radiotre.
Il Palazzo Rai di Via Asiago 10
Nel 1927, l’URI viene trasformata in EIAR-Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche. Con il progressivo sviluppo del mezzo radiofonico, i vecchi studi dell’URI in via Maria Cristina non erano più sufficienti e così l’EIAR decise la costruzione di un Palazzo della Radio nel nuovo quartiere delle Vittorie. I lavori iniziarono nell’ottobre 1929 e terminarono a novembre 1931. Il progetto fu affidato a Carlo Marchesi Mappai, ingegnere architetto esperto di acustica che cercò di realizzare un edificio all’avanguardia per quanto riguardava gli impianti, dove anche la decorazione aveva lo scopo di migliorare l’acustica delle sale.
Il palazzo è composto da 5 piani, di cui due interrati perchè all’epoca, in quella zona, non era permesso costruire più di tre piani al di sopra del piano stradale. In quegli anni il quartiere delle Vittorie era in pieno sviluppo edilizio, soprattutto residenziale, e per disposizione del Governatorato di Roma, il Palazzo dell’EIAR doveva uniformarsi allo stile architettonico vigente nell’area (il cosiddetto “barocchetto romano” come nell’appena realizzata Garbatella) per non mostrare il suo carattere non abitativo: gli unici segni che all’interno si fa radio sono nelle lunette dei due ingressi su via Montello e via Asiago che mostrano una figura femminile che suona il gong la prima e una donna che tiene tra le altre cose un microfono la seconda.
Purtroppo, a causa delle trasformazioni che sono state necessarie per gli adeguamenti tecnologici, gran parte di arredi e decorazioni (creati dall’architetto Costantino Vetriani) sono andati dispersi.
Della decorazione originaria rimangono i pavimenti dell’atrio e delle zone di rappresentanza in tarsie marmoree policrome, le bellissime appliques in metallo cromato e vetro smerigliato dei corridoi, i mobili dello studio del presidente. Gli auditori erano decorati sobriamente, con un misurato equilibrio di materiali assorbenti e riflettenti.
Grazie a un libro scritto dall’architetto sappiamo però come erano disposti in origine gli ambienti: al piano terra vi eranogli Uffici della Direzione artistica, 4 auditori, la sala delle annunciatrici, il bar e l’archivio, al secondo piano gli Uffici della Direzione e quello del Radio Giornale, al terzo un grande Auditorio, una sala per gli artisti e una foresteria. Nel 1949 il Palazzo fu sottoposto ad importanti ampliamenti, e nel 1954 diventò la prima sede della neonata RAI.
Durante la visita è possibile vedere molti cimeli e fotografie che ritraggono i personaggi che hanno fanno la storia della radio italiana che mi hanno fatto tornare in mente trasmissioni leggendarie come “Alto gradimento” e “Hit Parade” che ascoltavo da piccola.
Per insonorizzare i due grandi auditori, la Sala A utilizzata per le opere liriche e alla musica sinfonica che poteva contenere 140 persone e la sala B per la musica da camera, entrambe collegate a una saletta con vetrate per il pubblico, venne realizzata una gabbia di legno appoggiata su cuscini di feltro e sughero e riempita di materiale fono assorbente. Le prove fatte utilizzando contemporaneamente i due auditori (che si trovano uno al piano di sopra dell’altro) dimostrarono che non un suono filtrava da entrambi. Oggigiorno le Sale A e B sono dotate dei più avanzati mezzi tecnologici per affrontare le sfide della comunicazione del futuro.
È stato davvero interessante conoscere questo palazzo e ripercorrere la storia della radio italiana perchè è anche la storia di tutti noi, basti pensare che, tra le tante cose, fu la radio a trasmettere le prime note del Festival di Sanremo la sera del 29 gennaio 1951 e che persino Frank Sinatra si esibì dal vivo in Via Asiago!
Sono capitato casualmente su questa pagina. Sono io l’autore della mostra fatta al palazzo della Radio di via asiago lo scorso mese di ottobre, con una serie di pannelli esplicativi sulla storia della nostra radio oltre che alla mostra di libri antichi che ho allestito nei locali del primo piano. Se qualcuno volesse saperne di più, sono a disposizione. Renato Nunziata
Grazie mille per la precisazione Renato!
Accidenti! Dalla storia del palazzo sei passata a raccontarci la storia della RAI prima ancora della RAI! Interessantissimo! Non sapevo neanche che si potesse visitare il palazzo in occasione delle Giornate del FAI, mi sembra invece un’opportunità molto importante!
Caspita quante info interessanti, non conoscevo nulla di tutto ciò, a partire dall’edificio.
Una splendida occasione per scoprire uno dei luoghi storici di Roma più interessanti! Qui davvero si è fatta la storia della radio e non solo, chissà quanti personaggi famosi hanno calcato questi pavimenti! Che emozione!
In effetti da qui sono passati personaggi che hanno fatto la storia della radio e delle tv.
All’università, avevo fatto un corso proprio sulla storia della radio e della tv. Sarebbe davvero interessante visitare il palazzo Rai! Ci penso per la prossima volta che passo da qui!
Deve essere stato un corso molto interessante.
Molto interessante la storia del palazzo dai due piani sottoterra per colpa delle leggi vigenti sull’edilizia ai decori dispersi negli anni. Sicuramente per gli amanti della radio ma anche della tv italiana come la consociamo oggi, è un must da visitare.
Non pensavo si potesse visitare il palazzo Rai, deve essere interessante e comunque fa parte della storia della radio e televisione italiana!
Infatti, è stata un’apertura speciale per le giornate FAI
Mi sembra una visita davvero molto interessante anche perché esplora un luogo che ha avuto molto a che fare con il costume del nostro Paese
Molto interessante, è anche la nostra storia
Quanta storia c’è all’interno di questo palazzo, quanti artisti saranno passati. Ne avevo sentito parlare dell’edificio ma non lo avevo mai visto da dentro e nemmeno la storia. Molto bello e affascinante.
Per chi ascolta Radio 2 via Asiago è un indirizzo conosciuto dato che molte trasmissioni famose vengono realizzate li
Non pensavo si potesse visitare il Palazzo Rai. Sembra molto interessante. Certo che 90 anni sono davvero tanti, chissà se è possibile visitarlo anche in altre occasioni.
Francamente non lo so perché è pienamente operativo e trasmettono da lì tutti i programmi di radio2 e 3
Ma che bello questo post! Una storia interessantissima quella della radio così vicina a noi e allo stesso tempo tanto lontana con tutte le innovazioni che dal quel momento si sono succedute. Fortunatamente col Fai si possono visitare questi luoghi che sono parte della nostra storia
Ma che meraviglia questo palazzo, così luminoso! Mi piace molto l’esterno, ma soprattutto l’interno, con le sue pareti chiari e gli arredi eleganti. Vorrei visitarlo anche io!
Interessante questa storia sulla Rai, certo che voi di Roma siete particolarmente fortunati e ne avete di cose da vedere
In effetti le cose da vedere a Roma non mancano!
Ma dai! Io sono appena stata a quello di Torino invece.. e sono davvero molto simili. A me è piaciuta molto la visita mi spiace solo che mia figlia non fosse con me. Si sarebbe divertita moltissimo, oltre che a imparare qualcosa di più sulla tv!
Sono visite davvero interessanti, la prossima volta che andrò a Torino vedrò di visitare anche quella sede!
Non conoscevo l’edificio nè la storia che ha alle spalle! Sono di Roma e come dico sempre, non basta una vita per conoscerla tutta! Grazie per avermi fatto scoprire un pezzetto in più della mia città!
Sono anche io di Roma e concordo: non basta una vita per conoscerla!