Eh si, dopo tre anni di tentativi, ce l’ho fatta ad ottenere un catsitting a New York! Come si può immaginare, è una meta ambitissima ed ogni annuncio riceve decine di risposte, quindi è quasi impossibile essere scelti, ed infatti, dopo vari tentativi falliti, avevo praticamente rinunciato all’idea. Poi, a settembre, un annuncio per badare a due gatti in una bellissima casa durante il ponte del Ringraziamento mi ha fatto venire voglia, più per gioco che per altro, di fare un ultimo tentativo e mandare la mia candidatura.
Visto che non c’era stato nessun cenno di risposta, dopo un paio di settimane neanche ci pensavo più quando una sera, mentre ero ad Amsterdam, mi arriva il messaggio che sono stata scelta. Confesso che sono andata in tilt per la sorpresa perché di solito, prima di essere scelti, c’è uno scambio di messaggi se non una videochiamata con i futuri hosts, che giustamente vogliono capire chi si mettono in casa. Stavolta invece niente di niente!
Anche se sembrerà strano, ho chiesto un pò di tempo per decidere se accettare, con amici e parenti che mi dicevano che sarei stata pazza a rifiutare un’offerta del genere. Alla fine, ovviamente, ho detto YES! anche se con molti dubbi visti i vari problemi che un viaggio del genere mi poneva, ed è così che il 24 novembre sono atterrata a New York.
Lungo la fila per prendere il taxi, ho ritrovato il mio vicino in aereo, con il quale avevo scambiato si e no mezza parola in 9 ore di viaggio, e mi sono sentita molto newyorkese nel chiedergli se voleva dividere la corsa con me, visto che andavamo entrambi nella stessa direzione (e ho così risparmiato più di 20 $ btw)! Dopo un tragitto lunghissimo a causa del traffico infernale (giuro che non mi lamenterò più di quello romano!!), finalmente mi ritrovo davanti alla casetta che mi ospiterà x 5 giorni! I miei hosts sono già partiti, ma nessun problema, tanto per aprire il cancello e le due porte ci sono i tastierini con i codici! Si, belli i codici, peccato che il cancello d’ingresso non si apra….

Dannati tastierini!
Sono stanca, infreddolita, con una forte nausea dovuta al viaggio in taxi e non so cosa fare… Proprio in quel momento vedo un uomo che sta rientrando in casa due porte accanto e lo chiamo in cerca d’aiuto: pensate che mi abbia aiutato?? Rispondendo “Ma io non abito lì” (Ma và?!) se ne va tranquillo a casa sua: chissà se avrà sentito il mio ironico “Thank you x the help” (traduzione educata di un italianissimo “Mavaffa“)? Alla fine chiamando il padrone di casa capisco in cosa sbagliavo e riesco ad entrare, ma la difficoltà con i codici rimarrà fino all’ultimo giorno.
Vedere finalmente la casa mi rimette in pace con il mondo, è ancora più bella e grande di come appariva nelle foto e mi sento subito a mio agio: è una costruzione di fine ‘800 su due piani con ancora i caminetti e i pavimenti in legno originali e il classico cortile nel retro, arredata con ottimo gusto con pezzi vintage. Mi piace troppo!

Qui sotto è dove di solito nei film si nasconde l’assassino vero??
Dopo aver controllato i gatti, dai buffi nomi italiani, e il randagio adottato insieme ai vicini che si affaccia alla finestra per chiedere un pò di cibo, mi butto sul letto per un meritato riposo, risvegliandomi ovviamente alle 3 di notte! Come mi avevano detto i padroni di casa, dietro il letto c’è il panic button, da schiacciare per chiamare la polizia in caso di pericolo: non so bene se questa cosa mi rassicuri o mi metta ansia! Vabbè, meglio tornare a dormire lasciando un pò di luci accese e senza pensare che sono sola a New York!

Ph. Kat Wilcox da Pexels
Se la casa dove risiedo è stupenda, lo stesso non si può dire della zona di Brooklyn in cui si trova, tra Williamsburg e Bushwich: l’unica cosa buona è la presenza della fermata di due linee della metro all’angolo della strada.
Per quanto sporca, abbastanza squallida in alcune stazioni e frequentata da personaggi alquanto improbabili, la metro è stata il mio mezzo di trasporto. Nel programmare il viaggio, avevo pensato di affittare le Citybike che si trovano dappertutto, ma poi viste le distanze (ma perché su Google Maps le cose sembrano molto più vicine?) ho capito che non era proprio il caso. Nonostante le ansie iniziali nel prenderla da sola, alla fine, con le dovute attenzioni, non ho avuto problemi, anzi sono arrivata ad usarla anche a tarda sera uscita da teatro (anche perché Uber mi chiedeva 75$ per tornare a casa, too much!). Devo confessare che più volte sono entrata senza pagare il biglietto….. Ma non è così che fanno i veri newyorkesi????

Non sembro una vera “nuiorchese” con la mia tazzona di pumpkin latte bollente?? : ))
Ed i gatti? Chiederete. I gatti non li ho visti né sentiti in pratica! Non c’era neanche la lettiera da pulire dato che entravano ed uscivano in giardino quando volevano. Il lavoro maggiore è stato quello di riuscire a far entrare in casa Merlin, il paurosissimo randagio che scappava via come provavo ad avvicinarlo. Visto che gli ultimi due giorni faceva molto freddo (la mattina del giorno in cui sono partita nevicava) non riuscivo proprio a tollerare che rimanesse fuori casa, e così, con molta pazienza (e molti croccantini e snacks) sono riuscita piano piano a farlo entrare e mettersi comodo accanto al termosifone (Notare l’ingegnosissimo espediente per tener aperto il catflap!).
Per quanto riguarda la situazione Covid, mi è sembrata tranquilla: nei locali richiedono Green pass e un documento, ma quello italiano neanche lo guardano con troppa attenzione. Sui trasporti pubblici la mascherina è obbligatoria, ma si vedono sempre persone che non la indossano o la indossano male e di controlli non me ne sono mai capitati (All the world is country, come mi ha risposto un’amica quando glielo raccontavo). Tamponi e vaccini si trovano facilmente da fare, l’unico problema è stato dato dal fatto che nell’ospedale vicino casa il tampone che dovevo fare per rientrare in Italia era gratuito, ma non era quello rapido e c’era il rischio che la risposta non arrivasse in tempo, così il giorno prima di partire sono andata a Times Square dove ero sicura facessero quelli rapidi, peccato solo l’ora di fila al gelo che mi è toccato fare!
Non sono riuscita a fare e vedere proprio tutto quello che avevo programmato, ma in definitiva è andata benone e ho molto materiale di cui scrivere. E questi sono gli acquisti folli che ho fatto : )) (si capisce che sono golosa?).

Le M&M’s ripiene di brownies creano dipendenza!
Con i tuoi racconti di pet sitting mi fai venire voglia di provare ad iscrivermi… ma dubito che in tre (io, marito e figlio) sia possibile, credo che le famiglie preferiscano persone che viaggiano da sole, giusto?
Ci credi che già altre 3 colleghe bloggers si sono iscritte? Comunque ci sono offerte di tutti i tipi, e molti specificano che possono ospitare anche famiglie, quindi nessun problema.
quei lucchettini con i codici sono terribili! se non viaggio sola delego sempre i compagni di viaggi per “sconfiggerli”
Non dirmelo, un incubo!
Hai avuto una bellissima esperienza. Avevo sentito parlare di queste opportunità viaggio/lavoro, ma non ci ho mai provato. Credo sia un buon modo per viaggiare e scoprire posti nuovi.
Per me è un modo ottimo per viaggiare!
Ma che esperienza incredibile, andare a New York, fare da catsitter, vivere la vita come una Newyorkese anche solo per una settimana. Non sapevo di questo lavoro svolto in maniera internazionale, lo adoro e ti invidio.
Grazie Sara, non è un lavoro vero e proprio, ma un modo di viaggiare spendendo meno!
Tutto è bene quel che finisce bene direi, sia per aver trovato il catsitting per tornare a New York sia per la metro che per la casa! Sicuramente vivere nella città nel periodo del Ringraziamento dev’essere stata un’esperienza indimenticabile
Si, ma niente ricco pranzo, era quasi tutto chiuso e sono riuscita a malapena a mangiare una fetta di pumpkin pie : )
Ohw che peccato!! Immagino i tacchini fossero anche andati a ruba nei supermercati se avessi voluto cucinare tu.
Immagino… Comunque ho rimediato un sandwich al tacchino!
Il bello di queste tue esperienze è che veramente le puoi vivere come una local: fuori dai circuiti turistici di times Square hai visto com’è vivere realmente a new York, con tanto di ansia da pazzi in metropolitana e mostro nascosto nel giardino! Anche io sono pazza dei dolci schifezza americani 🙂
Non parliamo poi del panic button, di cui non avevo mai sentito parlare!
Che esperienza straordinaria questa! Deve essere stato emozionante passare da Amsterdam a New York per vivere con questi due gattini anche se in realtà li hai visti molto poco. Sono contenta che però nonostante tutto tu ti sia trovata bene!
Tra Amsterdam e New York sono passata anche per Oslo! è stato un autunno intenso!
Ma che bella esperienza! Complimenti per il lavoro molto particolare!!!
Non è un lavoro, ma un modo di viaggiare low-cost
Che bella avventura wow!!! caspita sei stata davvero molto coraggiosa, non so se al tuo posto sarei partita. Però devo dire che questo modo di viaggiare mi affascina tantissimo perché è un tipo di viaggio esperienziale che cerco sempre, immersa nella reale vita del posto. Poi vabbè NY è sempre bellissima da visitare. Io l’ho vista nel mese di Dicembre qualche anno fa.
Effettivamente viaggiando così, ho l’impressione di essere meno turista e più local, specialmente quando si tratta di badare ai cani.
Un po’ mi odio per non aver mai pensato di girare per il mondo così!
Comunque sì, sarebbe stata una follia non andare!
Io mi diverto proprio tanto e mi mangio le mani per certe occasioni stupende a cui non posso candidarmi.
Una bella immersione nel clima newyorkese il tuo post, mi sembra che la situazione sia quindi abbastanza tranquilla ma l’avevo già verificato con altre partenze, che voglia di States!
A fine Novembre si, la situazione mi è sembrata tranquilla, bastava avere il Green pass, fare il tampone all’andata e al ritorno e ricordarsi di compilare il PLF prima ti rientrare in Italia perchè in aeroporto lo controllano. La voglia di States c’è sempre!
Adoro i gatti, ne ho uno, e ho letto con interesse il tuo articolo. Complimenti per il tuo coraggio nel partire da sola per N.Y. e comunque nell’avventurarti in casa di perfetti sconosciuti…io non so se lo farei…Brava!
C’è da dire che sia gli hosts che i sitters hanno delle recensioni, e di solito ci si sente in video e via mail spesso quindi si può stare molto tranquilli.
il tuo è un lavoro che amo da impazzire e mi piace come descrivi le tue avventure , certo che hai fatto davvero bene ad accettare questo lavoretto a NYC
Alla fine dei conti, ho fatto bene si e spero di ritornarci in primavera.
Bellissima esperienza!
…il panic button mi avrebbe effettivamente messo un sacco di ansia! 🙂
Non dirlo a me, considerato che poi, come al solito all’estero, non c’erano persiane né tantomeno grate alle finestre, per cui maggiore è la sensazione di vulnerabilità!
Ho letto tutto d’un fiato il tuo articolo. Devo dire che hai vissuto una bella esperienza, anche se con alcuni aspetti negativi. A me non sarebbe spiaciuto farlo, anche se non amo molto i gatti!
Ma con i gatti c’è meno da fare!!
Ciao Marina, ho letto con molto interesse delle tua avventure a New York , hai realizzato un racconto davvero avvincente . Mi sembrava di essere lì con te
Grazie Libera, mi fa piacere.
Una bellissima esperienza! Devo dire che gli ingressi con tastierino numerico mi mettono sempre non poca ansia perché ho avuto una brutta esperienza anni fa, ma in questo caso ne è valsa la pena. E poi New York è una città davvero stupenda.
Non ho raccontato che il giorno dopo, il vicino uscendo di casa, mi ha visto di nuovo alle prese col cancello che non voleva aprirsi, e mi ha guardato con sguardo pietoso, come a dire “Porella”!
Ma che antipatico – per non dire di peggio!
Che voglia di tornare a New York mi hai fatto venire!! Anche di prendere la metro sporca e puzzolente e di congelarmi alla fermata di Williamsburg (che ho riconosciuto dalla foto !). Sei stata molto coraggiosa a stare in casa da sola…nonostante il panic button , io credo che non avrei chiuso occhio. Ma poi, prima di partire, il randagio lo hai fatto uscire o lo hai lasciato vicino al termosifone?!
Quando ho lasciato casa, Merlin stava ancora al calduccio: spero che, una volta tornati i padroni di casa, non sia scappato via come al solito.
Che simpatica esperienza! sai che il panic bottom ha messo ansia anche a me?? Da gattara quale sono amo leggere le tue avventure in giro per il mondo!!
L’importante è che non c’è stato bisogno di usarlo, il bottone antipanico!
Fantastico articolo Marina! Mi sono divertita moltissimo a leggere le tue avventure a NYC e ovviamente mi è tornata la voglia di visitare nuovamente questa città davvero singolare, unica in tantissimi aspetti! Continua a raccontarci le tue esperienze, you’re a great and eloquent writer!
Grazie Fabiana, sei sempre troppo carina con me!!
Un ottimo modo per visitare New York, non pensavo che prendessero persone anche dall’altro capo del mondo per fare pet sitting per qualche giorno
Non c’è niente che lo vieti: dei miei amici a Roma hanno avuto sitters americani.