Il Grand Hotel di Roma, rinominato Hotel St.Regis dopo essere entrato a far parte del celebre gruppo di alberghi di lusso, è uno dei più antichi e sontuosi hotel della capitale, situato accanto alla centralissima piazza della Repubblica. Anni fa ebbi occasione di visitarne la Royal Suite e ho appena potuto rivisitare l’albergo durante le Giornate Fai d’Autunno venendo così a conoscere meglio la storia di questo luogo.

Facciata dell'hotel

Ph. tratta dal sito dell’hotel

Storia dell’Hotel St. Regis di Roma

Fu Antonio Starabba, Marchese di Rudinì, all’epoca primo ministro, a convincere César Ritz, direttore dell’Hotel Savoy di Londra, della necessità di creare anche a Roma un albergo che fosse all’altezza delle strutture di lusso delle grandi città europee.

Quando César Ritz venne a Roma in cerca di un immobile dove impiantare la sua nuova creazione, gli venne suggerito di acquistare l’edificio di un grande albergo rimasto incompiuto per mancanza di soldi: la posizione era perfetta, accanto alla recente Via Nazionale e alla Stazione Termini, a Via XX Settembre, su cui erano posti i ministeri e al Quirinale. 

Ritz designò il fidato Alphonse Pfyffer come direttore dell’albergo con il compito di terminare i lavori e l’11 gennaio 1894 il  celebre imprenditore svizzero inaugurò solennemente il Grand Hotel de Rome in Piazza Esedra con una magnifica festa a cui furono invitate oltre mille persone. Al banchetto parteciparono 150 invitati tra cui il Sindaco, don Emanuele Ruspoli, i membri del Consiglio Comunale, diplomatici, politici, e aristocratici. 

L’albergo fu subito definito dalle cronache dell’epoca uno dei più splendidi d’Europa e a ragione! Era dotato di illuminazione elettrica e di due ascensori, di cui uno ancora funzionante; ognuna delle trecento suite aveva il telefono e un bagno dotato di acqua calda e fredda, un vero lusso per l’epoca! 

Ascensore originale

Per innalzare ancora di più la qualità dei servizi offerti Auguste Escoffier, uno fra i più celebri chef di tutti i tempi, venne chiamato ad organizzare la cucina del ristorante da 250 coperti. Escoffier, definito  il “cuoco dei re e re dei cuochi“, fece scoprire ai romani alcune delle sue celebri ricette, come la Pesca Melba, proponendo piatti  più semplici e moderni. A Ritz si deve invece la grandissima innovazione di separare i tavoli da pranzo, utilizzando tavoli singoli e più riservati al posto delle lunghe tavolate piene di ospiti in uso fino ad allora.

L’hotel St. Regis oggi

L’edificio si sviluppa su quattro piani più quello ammezzato con la facciata principale che si affaccia su Via Vittorio Emanuele Orlando: il fronte laterale che dà su Piazza delle Terme è identico e riporta ancora sul cornicione una grande cornice con la scritta originale LE GRAND HOTEL. Tutto il complesso fu immaginato come un’ideale prosecuzione delle Terme di Diocleziano, sui cui  resti peraltro il Grand Hotel era sorto.

Tutta la struttura è stata restaurata nel 2018 dal designer Pierre-Yves Rochon che si è basato sull’aspetto originario degli interni del 1894 e dei restauri del 1906. Fu in quell’anno che venne costruita la magnifica Hall al posto del giardino d’inverno, progettata dal famoso architetto parigino René Sergent, in stile francese di epoca Luigi XVI. Il costo dei lavori di rinnovamento è stato di 40 milioni di euro.

veduta della hall

Qui, illuminato da un gigantesco lampadario in vetro soffiato di Murano, lo spazio è delimitato da colonne ed arcate: sulla sinistra, il Lumen Lounge & Bar, comunica con la biblioteca blu zaffiro, con lampadari in cristallo Impero, specchi veneziani e camino rivestito in marmo nero. Ogni giorno, al calar della sera, si rinnova anche qui, come in ogni Hotel St. Regis del mondo, il rito del sabrage, ovvero l’apertura di una bottiglia di champagne con un colpo di sciabola.

Angolo della biblioteca

Marmo, bronzo e travertino, oro, terracotta, rosso pompeiano: materiali e colori scelti per gli interni rimandano alla classicità romana, mentre il blu e il giallo vogliono richiamare lo stile degli hotel di Parigi e di Londra di inizio ‘900, come era nelle intenzioni di César Ritz.

il bar Lumen

Scalone   La cosiddetta Rotonda

L’hotel accoglie anche il Lumen Garden, un giardino d’inverno dove è possibile mangiare o prendere un aperitivo e la sede romana della galleria d’arte Galleria continua di San Gimignano.

il giardino d'inverno

Ph. tratta dal sito dell’hotel

Un aneddoto curioso è che per alcuni anni il Grand Hotel de Rome produsse il suo vino! Nel cortile dell’hotel infatti è presente un piccolo vitigno di dodici piante che forma un pergolato: ad un dipendente dell’albergo, Salvatore Adornetto, venne  l’idea di provare a produrne del vino e nel 1974 circa 300 kg di uva fruttarono un centinaio di bottiglie di vino bianco. La produzione dell’Adornetto continuò fino al 1996, data dell’ultima vendemmia, e non si mancava mai di regalarne una bottiglia ai clienti più affezionati: ancora oggi l’uva continua a crescere e viene consumata dai dipendenti dell’hotel.

Altre curiosità sono la presenza di un ascensore storico e di un ingresso diplomatico, utilizzabile da qualche celebrità che voglia evitare i paparazzi. L’ascensore, registrato come il 13° ascensore realizzato a Roma, era un tempo azionato da una pompa idraulica alimentata dall’acqua della vicina fontana del Mosè.

l'ingresso discreto dell'hotel

A disposizione degli ospiti c’è anche una 600 elettrica realizzata da Garage Italia, l’atelier automobilistico fondato da Lapo Elkann, personalizzata all’interno con una riproduzione sul tettino dell’affresco il Trionfo della Divina Provvidenza di Pietro da Cortona, realizzato nel salone del piano nobile di palazzo Barberini a Roma.

Ph. tratta dal sito dell’hotel

Fiore all’occhiello della struttura è la Sala Ritz, ovviamente intitolata a colui che  la volle far nascere. La Ritz Ballroom fu  la prima sala da ballo pubblica di Roma: è una lunga stanza con volta a botte, decorata ad affresco dal pittore Mario Spinetti nel 1894. È grande circa 279 mq e può contenere 400 persone.

La sala ritz

L’artista realizzò scene di ambiente mitologico, con le divinità che presiedono al nutrimento umano: Bacco e la vendemmia, Minerva e la raccolta delle olive, Nettuno e la pesca, Diana e la caccia, Cerere e l’agricoltura e Pan e la pastorizia. La volta è suddivisa in cinque scomparti: sul lato lungo a destra dell’ingresso sono rappresentate le scene legate alla semina ed alla raccolta del grano mentre quello a sinistra mostra scene di vendemmia; sui lati corti sono rappresentate una scena di caccia ed una marina.

soffitto della Ritz Room

Ospiti celebri dell’hotel St. Regis

Innumerevoli sono i personaggi celebri che hanno soggiornato qui. Tra le teste coronate si ricorda la regina di Svezia Victoria, che, malata di tubercolosi e preda di bronchiti, trascorse al Grand Hotel numerosi inverni e morì proprio a Roma nel 1930; Alfonso XIII di Borbone, ex re di Spagna dopo la vittoria dei repubblicani che trascorse qui i 10 anni di esilio; re Hassan del Marocco che veniva spesso qui in vacanza, pretendendo di arredare la sua suite con mobili e suppellettili provenienti dal suo palazzo reale; Hailé Selassié, imperatore d’Etiopia.

Il pianoforte nella hall

Si narra che Emile Zola durante il suo soggiorno nel 1894 preferisse la compagnia dello chef per parlare di cibo piuttosto che quella della moglie. Sei anni dopo, qui arrivò Lev Tolstoj. 

Le sale dell’albergo furono testimoni anche di momenti decisivi per la storia italiana. Dopo la marcia su Roma, Mussolini occupò una suite facendone il suo quartier generale; qui, il 12 gennaio 1923, si tenne la prima riunione del Gran Consiglio del Fascismo mentre l’8 giugno 1944, pochi giorni dopo la liberazione di Roma, in una suite dell’hotel si incontrarono Pietro Badoglio ed i vertici dell’antifascismo guidati da Alcide De Gasperi, Palmiro Togliatti, Pietro Nenni, Ugo La Malfa e Benedetto Croce, incontro che segnò la nascita del primo governo dell’Italia libera. Gianni Agnelli ebbe per anni una suite sempre a disposizione.

Lunghissima poi è la lista delle star hollywoodiane che hanno soggiornato al Grand Hotel, a partire da Liz Taylor e Richard Burton, a Jack Lemmon, Peter O’Toole, Peter Sellers, fino a George Clooney e Brad Pitt. Anche i Rolling Stones furono ospitati in occasione del loro ultimo concerto romano.

La Royal Suite

Ma parliamo un pò della Royal Suite! Sistemazione tradizionale per monarchi, capi di stato e celebrità (la settimana prima della mia visita vi aveva alloggiato Lady Gaga), grande 300 mq, la Royal Suite incarna il vero lusso. Gli ospiti hanno a loro disposizione un bellissimo soggiorno con un pianoforte a coda (è stato anche il set di alcune scene di una serie tv in costume), una camera da letto principale e una camera degli ospiti, due guardaroba, un bagno in marmo con vasca idromassaggio e una zona doccia ben più grande del mio intero bagno!

Ph. tratta dal sito dell’hotel

La sala da pranzo può ospitare 12 persone ed è fornita di una cucina privata e di una cantina: a disposizione dei clienti c’è un maggiordomo 24h su 24. Ricordo che il P.R. dell’hotel mi spiegò che le suites di quel piano erano tutte comunicanti tra loro, in modo tale da poter ospitare all’occorrenza personaggi con un grande seguito.

Ph. tratta dal sito dell’hotel

Ph. tratta dal sito dell’hotel

Per chi fosse interessato, il prezzo della suite è circa 18.000 euro a notte. Sono sicura che, quando sarò una blogger famosa, l’hotel sarà onorato di offrirmi un soggiorno in una delle sue splendide stanze!! : )

(L’immagine di copertina è tratta dal sito https://style.corriere.it/)