Grasse, in Provenza, è sinonimo di profumi al punto che, oltre ad essere Patrimonio culturale e immateriale della Francia, l’eccellenza e il savoir-faire di questo paese sono stati iscritti nella lista del Patrimonio immateriale dell’umanità dell’UNESCO nel novembre 2018. Una visita a questa graziosa cittadina non può quindi prescindere dall’andare alla scoperta delle sue profumerie più famose!
La storia di Grasse
Divenuta un’importante centro per la concia delle pelli e la fabbricazione di guanti durante il Rinascimento (grazie alla presenza di numerose greggi e di sorgenti d’acqua per trattare le pelli), Grasse riprese la moda dei guanti profumati importata in Francia da Caterina de Medici e divenne celebre alla corte di Re Luigi XIII, tanto che la corporazione dei Guantai-Profumieri fu riconosciuta ufficialmente nel gennaio 1614. Le pelli lavorate all’epoca infatti emanavano forti odori non particolarmente apprezzati dai nobili (che, diciamoci la verità, già puzzavano di loro) e quindi, per rimediare al problema, si iniziò a profumare i guanti.
Fu Jean de Galimard, signore di Séranon e membro della corporazione dei Gantiers Parfumeurs, a riportare alla luce questa tradizione nel 1747 in città. Con il passare degli anni, la produzione degli oli profumati diventò sempre più redditizia rispetto alla guanteria, tanto che nell’800 la coltivazione delle materie prime divenne l’industria predominante: le principali piante coltivate erano il gelsomino, la rosa e la tuberosa.
Ma è soltanto all’inizio del 20° secolo che Grasse assunse in questo settore un’importanza internazionale, grazie al talento e all’abilità delle grandi famiglie d’industriali, basti pensare che qui fu creato il celebre Chanel N°5! Attualmente la città conta circa 70 imprese del settore della profumeria, che danno lavoro a circa 5000 persone con un giro d’affari miliardario.
Le profumerie di Grasse
Tre sono i marchi più celebri anche se, girando per le stradine del centro città, ci si imbatte in decine di altri negozi e produttori: Fragonard, Galimard e Molinard. Queste maisons offrono visite guidate gratuite e workshops di vari livelli per imparare l’arte profumiera.
Fragonard
Fragonard è senza dubbio il marchio più conosciuto, presente in città con vari negozi e con lo stabilimento storico più centrale e visitato: conceria del XVIII secolo, questo bell’ edificio divenne sede della profumeria Fragonard nel 1926 e ospita un piccolo museo, un’enorme boutique e le sale di produzione.
La Maison Fragonard fu fondata nel 1926 da Eugène Fuchs, un notaio che si trasferì a Grasse e decise di creare la sua azienda acquisendo due profumerie cittadine. Nello scegliere il nome della sua attività, Fuchs volle rendere omaggio al cittadino più celebre di Grasse, il pittore Jean-Honoré Fragonard (figlio di un guantaio profumiere di Grasse).
Fu lui a proporre ai clienti di visitare i laboratori di produzione, idea che riscosse molto successo tra i turisti in visita alla riviera francese. Nel 1929 Eugène Fuchs passò le redini dell’azienda al figlio Georges e al genero François Costa: 10 anni dopo entrò in azienda Jean-François Costa, figlio di François e Emillie Costa, mentre attualmente la maison è diretta dalle tre figlie di Jean-François Costa, Anne, Agnès e Françoise.
Alla Fragonard sono legati anche il Museo provenzale del costume e del gioiello, il Museo Fragonard e la fabbrica laboratorio nel villaggio di Éze.

Museo della fabbrica Fragonard
Molinard
La Maison Molinard nacque nel 1849: è quindi una delle ditte più antiche della città ed è diretta dalla quinta generazione della famiglia.
Lo stabilimento storico Molinard è sicuramente il più bello di Grasse: la sala della distilleria dove la ditta si trasferì nel ‘900 fu progettata da Gustave Eiffel!
A riprova dell’estrema eleganza del marchio, basti pensare che tra gli anni ’20 e ’30 il celebre René Lalique disegnò per loro le bottiglie di profumo, ora ricercatissime dai collezionisti.
Galimard
La Galimard nasce nel 1747 grazie a Jean di Galimard, Conte di Seranon, che procurò alla corte del Re di Francia olii, profumi e unguenti che servivano a profumare il cuoio dei guanti.

L’Officina dei profumi Galimard
Negli anni ’20 Siméon Roux iniziò a coltivare i fiori d’arancio e di gelsomino tipici della zona per fornirli alle più importanti profumerie di Grasse: fu suo figlio Joseph Roux a far risorgere la storica profumeria che è ancora a conduzione familiare. Come Fragonard, oltre alla sede di Grasse, Galimard ha anche uno stabilimento nel villaggio di Éze.
A proposito di profumi….
Seguendo le visite dei vari stabilimenti, ovviamente s’imparano molte notizie circa la produzione dei profumi: ve ne dò qualcuna.
Forse non tutti sanno la differenza tra profumo, eau de toilette o eau de cologne (neanche io lo sapevo a dir la verità): ora finalmente ho scoperto le diverse concentrazioni di essenze che definiscono i vari prodotti.
- Il profumo contiene dal 20 al 30% di essenza,
- l’eau de parfume dal 15 al 18%,
- l’eau de toilette tra l’8 e il 12%,
- l’acqua di Colonia circa il 2/4%.
- Fu un italiano Jean Marie Farina nel 18mo secolo a creare l’acqua di Colonia: si stabilì a Colonia e iniziò a produrre l’acqua Farina che risultava molto più fresca rispetto ai profumi pesanti usati all’epoca. La sua azienda fu rilevata da Roger&Gallet, oggigiorno marchio sinonimo di eau de cologne.
- Servono 3 tonnellate di petali di rose per produrre 1 kg di essenza pura, ancora di più per il gelsomino, e questo spiega il costo elevato dei profumi fatti con gli ingredienti migliori. I fiori vanno colti di prima mattina, in modo che il caldo non rovini il loro aroma.
- Vari sono i metodi utilizzati per estrarre le essenze: il più antico è enfleurage. L’enfleurage a caldo o macerazione consiste nel lasciare in infusione i fiori nel grasso precedentemente riscaldato. Questa tecnica, già nota nell’antichità, fu perfezionata nel corso dei secoli. La tecnica dell’enfleurage a freddo è stata sviluppata per i fiori più fragili come il gelsomino o il narciso che non resistono alle alte temperature. Su dei telai si stende uno stato di grasso sul quale si posano i petali, che vengono cambiati ogni giorno finché il grasso non si è impregnato del loro odore: il grasso viene poi lavato in alcool, ottenendo un olio profumato che viene filtrato, dando origine all’”assoluto” dal quale si raffinerà il profumo.
- La distillazione a vapore acqueo è stata inventata nel VIII secolo dagli arabi ed è ancora oggi uno dei metodi fondamentali della profumeria tradizionale. In un alambicco vengono mescolate le sostanze da distillare con una quantità d’acqua pari a cinque volte il loro peso. Bollendo, l’acqua si trasforma in vapore che passa attraverso le sostanze odorose e si carica di olii essenziali. Questo “vapore profumato”, convogliato in una lunga serpentina fredda, si condensa e cola in un vaso di decantazione: qui, a causa della diversa densità, l’olio essenziale si separa dall’acqua (che resta profumata e può venire utilizzata) e raccolto.
- Oggi si usano tecniche moderne quali l’estrazione con solventi volatili o l’estrazione tramite anidride carbonica supercritica.
- I profumi si devono conservare all’ombra, il bagno è il luogo meno adatto a causa degli sbalzi di umidità e calore.
- Quando si provano molti profumi, ad un certo punto il naso e il cervello vanno in tilt e non riescono più a distinguere gli aromi, quindi il trucco è odorare la propria pelle o della lana per uno stop sensoriale. La storia di odorare chicchi di caffè a quanto pare è falsa.
- Il miglior profumo è quello che noi non sentiamo su noi stessi!
Il mio workshop
Tra i vari workshop e corsi proposti dalle maggiori case, ho scelto quello di due ore proposto da Galimard presso il suo Studio des Fragrances, che mi è sembrata la migliore combinazione tra durata e costo.
I partecipanti vengono suddivisi per lingua e ogni gruppo ha il proprio “insegnante” che spiega man mano come si crea un profumo ed ognuno ha a disposizione un bancone con 127 bottigliette di essenze.
In linea di massima, ogni profumo è composto da una Testa (20/30%) che sono le note più fresche e volatili che si sentono subito, da un Cuore (20/30%) la parte che da lo stile e rimane per 5/6 ore, con note floreali e acquatiche ed infine il Fondo (40/60%) che fissa il profumo sulla pelle e può rimanere anche per 24 ore.
La creazione inizia col fondo scegliendo 4 essenze che possono essere sia maschili che femminili. Dopo aver creato il fondo, per scegliere il cuore, formato da altre 4 essenze, si tiene un cartoncino imbevuto col fondo vicino al naso e si provano le varie essenze fino a trovare l’abbinamento preferito.
Dopo aver creato il cuore, il profumo si odora all’aria aperta e si aggiungono le ultime essenze della testa. Ogni partecipante sceglie gli ingredienti a suo piacimento, sempre seguito dall’insegnante che può impartire consigli e suggerimenti. Una volta pronta la propria essenza, viene chiesto di darle un nome e viene consegnata in un bel flaconcino che dovrà essere tenuto a riposo per tre settimane.
La formula rimane conservata nella banca dati Galimard e si potrà chiedere di rifarlo anche sotto forma di crema per il corpo o bagnoschiuma. Per completare l’esperienza si riceve anche il diploma di Allievo Profumiere!

Il Marina n°1!
Ma non è che poi sia così semplice creare una nuova miscela! Basta pensare che ci vogliono ben 7 anni per diventare maestro profumiere ed i migliori tra di loro, i cosiddetti nasi, riescono a memorizzare e distinguere oltre 3000 odori! Inoltre i profumi più elaborati (e costosi) possono arrivare ad essere formati da più di 200 essenze.
E voi amate i profumi? Vi piacerebbe preparare la vostra essenza personale? Il mio preferito è da 30 anni Obsession di CK, ma probabilmente presto sarà soppiantato da quello che ho creato io!
Abitando in zona ed essendo patita di profumi, vado spesso in queste tre profumerie ad annusare le novità. Anch’io ho partecipato con entusiasmo all’atelier di creazione da Galimard. Un’esperienza davvero magica con tutte quelle boccette da cui scegliere le fragranze da mescolare.
Io mi sarei comprata di tutto, mi sono dovuta limitare purtroppo visto che poi non avrei potuto portare le cose in aereo.
Però Marina, non ci dici il nome che hai dato al tuo profumo!!! Frequento la Provenza ma non sono mai stata a Grasse e appena ho visto nella foto del tuo articolo la boccetta di Fragonard mi sono precipitata a leggerlo! Bellissimo il tuo workshop, lo farei volentieri anche io
Con molta originalità, si chiama Marina n°1 ahahhhha!
Sono stata a Grasse qualche anno fa ed è una cittadina piccola e molto graziosa dove tornerei volentieri. Ho visitato sia la Fragonard che la Gallimard, mi ricordo che mi era piaciuta tanto la spiegazione sulla procedura per la creazione delle fragranze, anche se aver annusato così tanti profumi mi aveva un pò stordita!
È proprio vero, si rimane storditi da tutti quei profumi!
Adoro i profumi e mi piace sempre provarne di nuovi, anche se poi da anni la mia preferita è una fragranza creata da Le Labo (che tra l’altro ha la sede proprio a Grasse). Sono stata in questa città anni fa, in vacanza con i miei genitori e ricordo e visite da Fragonard e Molinard come delle esperienze quasi magiche. Un paio di anni fa sono stata nelle sede di Fragonard di Eze, e devo dire che pur essendo interessante, la fabbrica storica di Grasse mi aveva colpito di più!
Ero tentata di andare anche ad Èze, ma poi ho preferito visitare Saint Paul de Vence, e mi sa che ho fatto bene.
Una volta non uscivo senza, ora mi dimentico praticamente di averlo, non so perchè da un giorno all’altro non li metto praticamente più! Interessante però l’idea di creare la propria essenza.
Anche io non lo metto tutti i giorni, mi scordo proprio!
Ho visitato anche io qualche laboratorio di Grasse e annusare i profumi nelle profumerie non è più stato un gesto meccanico e distratto, ma una vera e propria esperienza sensoriale. L’arte della profumeria è davvero affascinante. Io uso da anni lo stesso profumo, il Dolce e Gabbana Light Blue.
Super interessante il workshop e la spiegazione sulle note di testa, cuore e fondo di profumi. La Maison Molinard tra le tante di Grasse è quella che mi piace di più a livello estetico ma le visiterei tutte. A proposito del signor Farina, io visitai a Colonia proprio il negozio museo a lui dedicato.
Molinard ha un bellissimo stabilmento, ma è anche la più cara come prodotti!!
Bello il workshop per creare la propria essenza. Ho sempre avuto questa passione, figlia di un chimico che in pensione si divertiva a preparare creme per il corpo e profumi (con tanto di alambicco, naturalmente!) Ah, l’alambicco lo usavamo anche per la grappa, che veniva decisamente più buona del profumo!
Con un papà così, di profumi te ne intenderai (e anche di grappa immagino!).
Che articolo interessante! Mi è piaciuto davvero molto scoprire Grasse e i segreti dei profumi! Non avevo idea delle percentuali anche se sapevo che la quantità di profumo variava a seconda del prodotto. Sicuramente questa cittadina vale una visita quindi mi sono salvata il tuo articolo per una prossima gita in Francia!
Grazie Eliana !
Sai bene che basta citare l’UNESCO per catturare la mia attenzione ehehehe! Ho letto con attenzione l’articolo e mi ha fatto venire in mente il libro di Suskind Il Profumo (e il relativo film), non so se hai presente.
Che bella anche l’idea di creare un proprio profumo, io non sono fan dei profumi ma un tentativo lo farei sicuramente 😉
Avevo letto il libro molti anni fa e non mi era piaciuto… L’ho riletto in occasione del viaggio, si parla anche di Grasse, ma boh, non mi è piaciuto molto di nuovo