Ho già parlato ampiamente del Palazzo dell’Aeronautica di Roma, ma voglio tornare sull’argomento perché in questi mesi il palazzo ospita una bella mostra dei lavori di Marcello Dudovich, organizzata per celebrare il restauro di alcuni dei murales che decorano l’edificio realizzati da questo artista ed i 90 anni del palazzo che fu inaugurato il 28 ottobre 1931.
Non molti conoscono il nome di Dudovich, ma sono sicura che tutti avranno ammirato almeno una volta uno dei suoi manifesti pubblicitari, visto che sono notissimi esempi di stile ed eleganza: è stato infatti uno dei più celebri disegnatori pubblicitari della prima metà del ‘900.
Marcello Dudovich
Dudovich nacque a Trieste nel 1878, giovanissimo si trasferì a Milano dove venne assunto come litografo alle Officine Grafiche Ricordi. Iniziò a collaborare come disegnatore con riviste e periodici e la sua fama si estese oltre ai confini nazionali tanto che venne chiamato a Monaco di Baviera per lavorare come inviato speciale del famoso periodico di satira politica e sociale “Simplicissimus”; per circa quattro anni, dal 1911 al 1915, illustrò la pagina mondana del giornale tedesco con acquarelli, chine e disegni.
Grazie a questo incarico, Dudovich viaggiò molto in tutta Europa, tratteggiando con la sua grafica una vivace testimonianza della vita dell’alta società dell’epoca. Passati a Milano gli anni della guerra, fra il 1917-1920 l’artista visse a Torino, dove lavorò anche in campo cinematografico, realizzando manifesti per film. Tornato a Milano nel 1920, fondò la società editrice Star.
Dudovich creò manifesti per le campagne pubblicitarie delle maggiori industrie italiane (Casa Florio, Olivetti, Carlo Erba, FIAT, Pirelli) e iniziò nel 1921 la lunga collaborazione con i grandi magazzini La Rinascente, per i quali, in circa 30 anni, realizzò decine di manifesti. Nel 1937 si recò in Libia chiamato da Italo Balbo, governatore del paese, per un lungo soggiorno e vi ritornò nel 1951 ospite della nipote Nives Comas Casati, sua modella in tante opere. Morì nel 1962 a Milano.

Dudovich ritrae se stesso in uno dei suoi manifesti
I murales del Palazzo dell’Aeronautica
Ultimata la costruzione del palazzo, Italo Balbo chiamò proprio il disegnatore triestino per decorare i locali dell’aeromensa e dell’aerobar. I due si erano conosciuti tramite la nipote di “Dudo”, Nives Comas Casati, pittrice e spesso modella dello zio, che a Ferrara faceva parte della cerchia del Maresciallo dell’Aria avendo sposato un amico d’infanzia del pilota. Insieme a lui lavorò il giovane allievo Walter Resentera che più tardi divenne suo genero.
Per prepararsi al lavoro, l’artista studiò il personale militare, ne fotografò i gesti, le abitudini per raccontare le loro storie: nei suoi disegni rivivono azioni quotidiane come leggere, passeggiare a braccetto con la propria innamorata, andare a pesca. Anche Dudovich si ritrasse idealmente nella scena della “Lettura” dove due uomini giocano a scacchi, esattamente come egli stesso amava fare con il genero.

Gli innamorati
In origine erano 9 murali eseguiti: l’aeromensa era decorata da “I trasvolatori“, “Il convegno“, “Le aquile“, “La serenata“, “Verso la luna“; sulle pareti dell’aerobar spiccavano “La caccia e la pesca“, “Gli innamorati“, “Il bivacco” e “La lettura“.
Nella percorso della mostra è possibile ammirare Gli innamorati, Il convegno, Verso la luna, tre dei cinque murales che sono sopravvissuti.
Questo ciclo di pitture, sono tempere grasse e non affreschi, è comunemente conosciuto come “il paradiso dei piloti“. È stato interpretato come una rappresentazione gioiosa e spensierata dell’aldilà, nell’intento di esorcizzare la morte in un’epoca in cui gli incidenti mortali di volo erano all’ordine del giorno. Un’altra chiave di lettura vede invece la volontà di raffigurare i piloti come delle divinità, come coloro che, grazie alla capacità di volare, possono raggiungere gli dei in cielo: insomma, una sorta di Icari che ce l’hanno fatta!

Il convegno
Nella scena de “Il convegno” nell”uomo che legge il giornale accanto al telefono, in attesa che arrivi la chiamata al volo, è stato riconosciuto il grande pilota Umberto Maddalena: amico di Balbo, fra le tante imprese di cui fu protagonista ci furono la ricerca dei naufraghi del dirigibile Italia, dispersi nell’Artico, che Maddalena riuscì a trovare e a rifornire di viveri e medicinali, e la partecipazione alla trasvolata atlantica Italia-Brasile. Nella figura in alto a destra, avvolta da un paracadute, si ravvisa invece il generale Alessandro Guidoni, morto proprio testando un nuovo modello di paracadute.
Curioso il fatto che nella scena venga rappresentata un’orchestra jazz, in un’epoca in cui questo tipo di musica era considerata degenerata.

Particolare del Convegno

Verso la luna
“Verso la luna” ci mostra, un pò paradossalmente, un aereo che traina uno dei grandi transatlantici che all’epoca facevano la spola tra l’Europa e l’America (probabilmente il Rex), a voler dimostrare il sorpasso dell’aereo sulle navi come mezzo per il trasporto dei civili.
Questa dell’Aeronautica, insieme alla decorazione dell’aeroporto Forlanini di Milano, fu l’unica commissione pubblica di Dudovich, che comunque realizzò altri dipinti murari per le ville di alcuni dei suoi grandi committenti come i Brustio-Borletti (quelli della Rinascente) e i Borsalino.

La lettura

Il bivacco
I manifesti pubblicitari di Marcello Dudovich
In mostra sono esposte opere del periodo che va dagli anni ’20 agli anni ’40 che corrispondono sia al periodo più prolifico della produzione artistica di Dudovich sia all’ascesa dell’aeronautica.
Dopo la sezione dedicata ai murales, dove sono esposti alcuni dei bozzetti preparatori, si possono ammirare decine di manifesti e pubblicazioni divise x grandi temi (velocità-progresso, turismo-viaggi, la famiglia).

Pubblicità dei magazzini Mele
Fra i grandi committenti del disegnatore ci furono i magazzini Mele di Napoli. I fratelli Mele, nella seconda metà dell’800 vendettero parte delle loro proprietà terriere per lanciarsi nel mondo del commercio: comprarono il Palazzo della Borghesia a Napoli come sede dei loro magazzini, avendo come modello di riferimento la Galleria La Fayette e puntano subito sulla pubblicità. Il messaggio era chiaro e semplice: ci si poteva vestire in modo elegante anche a costi contenuti. L’ Archivio Mele è stato riconosciuto come bene culturale e una trentina dei loro manifesti pubblicitari è stata donata al Museo di Capodimonte.
Un lungo legame di lavoro, ma anche di amicizia legò Dudovich con la famiglia Borletti- Brustio, proprietaria dei grandi magazzini “La Rinascente” (tutti sanno che il nome venne trovato da D’Annunzio, ma sapevate che il poeta venne pagato 5000 lire per il lavoro?!). Finito dopo circa 30 anni il rapporto lavorativo con Dudo, che realizzò decine di immagini per le loro campagne, Brustio volle che gli venisse corrisposto un vitalizio. L’artista decorò anche alcune delle ville di loro proprietà.
Questa pubblicità del liquore Strega è una dei capolavori di Dudovich, a distanza di quasi 100 anni ancora presente nei repertori pubblicitari dell’azienda: l’immagine è quella di una donna sensuale, seducente ed elegante al tempo stesso, come tutte le figure femminile disegnate dall’artista.
Moderna, allegra, elegante, emancipata, dinamica, sportiva: ecco i tanti volti della donna di Dudovich.
Mi è stata fatta notare una certa somiglianza tra il movimento della donna in blu di questo manifesto del 1933 e la celebre scultura di Umberto Boccioni Forme uniche della continuità nello spazio del 1913 ed effettivamente io la vedo, voi che ne dite??
La mostra è aperta gratuitamente tutti i fine settimana fino all’11 luglio: per questa occasione l’Aeronautica ha realizzato un suggestivo video in cui i murales prendono magicamente vita, visibile qui => showcase/dudovich.