Avete presente quando a Roma si tiene qualche incontro internazionale ai vertici e al telegiornale si vedono i politici intervenuti passare davanti ad una bellissima palazzina bianca?? Beh quello è il Casino Algardi, situato al centro di Villa Pamphilj, conosciuto anche come Casino del Bel Respiro.
Nel primo semestre del 1985, durante il periodo di presidenza italiana dell’Unione Europea, l’edificio venne adibito a sede di rappresentanza del governo; nonostante il fatto che, alla fine del mandato, il villino sarebbe dovuto tornare a disposizione dei Beni Culturali e in teoria aperto al pubblico, continua ancora ad essere in uso della Presidenza del Consiglio dei ministri. Dopo essere stato inaccessibile per un lungo periodo, è stato finalmente riaperto alle visite una volta al mese (per il calendario delle visite e le prenotazioni consultare il sito del Governo).
Villa Pamphilj
Villa Pamphilj è il più grande dei parchi romani e una delle “ville” meglio conservate. Un documento del 1630 attesta la compravendita di una vigna al principe Pamphilio Pamphilj, vigna che costituì il primo nucleo della villa: da quel momento fino al 1857 furono aggiunte altre 46 proprietà fino a creare l’attuale parco. Ovviamente il periodo di maggior ampliamento si ebbe a partire dal 1644, anno in cui il cardinale Giovanni Battista Pamphilj fu eletto papa con il nome di Innocenzo X. L’edificio doveva avere funzioni di rappresentanza ed accogliere la collezione di opere d’arte della famiglia (ora conservate nella Galleria Pamphilj a via del Corso). Fu soprattutto Camillo, il figlio di Pamphilio ed Olimpia Maidalchini nominato cardinale dallo zio, titolo a cui rinunciò per sposare Olimpia Aldobrandini, a seguire i lavori di creazione della villa.
Camillo si circondò subito di una squadra di scultori-restauratori-antiquari, tra i quali emerge il nome dello scultore bolognese Alessandro Algardi come sua persona di fiducia per il controllo dei lavori: è lui che seguì l’acquisto e il restauro delle sculture destinate ad ornare il Casino e la realizzazione degli stucchi, mentre il pittore Giovanni Francesco Grimaldi, bolognese come l’Algardi, si occupò dei lavori edilizi. Camillo era un cliente e ammiratore del pittore classicista Claude Lorrain, quindi nella realizzazione del parco e del Casino prevalse un gusto classicheggiante piuttosto che barocco.
Il Casino Algardi
L’attribuzione del progetto della villa è stata oggetto di un lungo dibattito, durante il quale sono stati proposti i nomi di Algardi, Girolamo Rainaldi, Borromini (dei quali sono conosciuti i disegni proposti), ma il ritrovamento di un documento in cui si parla di una visita in incognito del Bernini con Camillo per definire il disegno del Casino ha aperto la strada a nuove ipotesi. Bernini non compare nei pagamenti nei documenti dell’Archivio Doria Pamphilj e questo porta a credere che abbia solo fornito i disegni del Casino e dei giardini. I disegni a lui attribuiti mostrano il Casino fiancheggiato da due bracci allungati con all’estremità due torri circolari. Probabilmente Algardi, colui che alla fine fu scelto, riprese il progetto berniniano ma, ispirandosi alle ville palladiane, tagliò le ali laterali a favore di un edificio a pianta quadrata.
Il Casino fu costruito in tempi rapidissimi, dal 1645 al 1648, mentre i lavori dei giardini proseguono almeno fino al 1650. I materiali da costruzione (peperino, travertino, colonne, ecc) e da decorazione provenivano da Tivoli e dai ritrovamenti di statuaria antica in loco: sappiamo che Algardi fece vari viaggi a Tivoli, e si ispirò a Villa Adriana per le decorazioni interne del Casino, in chiave “pre-neoclassica” mentre per l’esterno i modelli furono Villa Medici e Villa Aldobrandini a Frascati.
La mancata realizzazione dei bracci laterali ha portato l’edificio ad essere accentuato verticalmente: si presenta come un parallelepipedo compatto, con quattro fronti pressoché simili. L’esterno fu concepito anche come mostra di sculture: si presenta infatti decorato da rilievi, statue e busti antichi, spesso pezzi di statue varie uniti tra loro e restaurati nelle parti mancanti con molta disinvoltura (all’epoca non si badava molto al restauro filologico, ma piuttosto al fatto che un’opera fosse completa in tutte le sue parti), ma anche da opere moderne. Gli elementi più grandi sono collocati più in alto per permettere una migliore visibilità anche dal basso.
Nella facciata settentrionale, si apre il grande arco d’ingresso che s’innalza fino al secondo piano dell’edificio spostando la sovrastante finestra che non risulta allineata a quelle laterali: al di sopra di questa si trova il grande stemma della famiglia Pamphilj, formato da una colomba che tiene un ramoscello d’olivo nel becco sormontata da tre gigli, simboli che si ritrovano spesso nella decorazione della villa.
I combattimenti tra francesi e garibaldini per la difesa della Repubblica Romana nel giugno 1849 danneggiarono i giardini e il Casino, che fortunatamente non venne distrutto come accadde alla vicina villa Il Vascello.
Gli interni
La pianta dei due piani principali è pressoché uguale: una sala rotonda centrale intorno alla quale sono disposti gli ambienti minori. Della decorazione originale rimangono rimangono solo alcuni soffitti stuccati, degli affreschi in una sala, 4 tele sovrapporte del Grimaldi, e due statue che fiancheggiavano l’ingresso nel vestibolo, il resto fu cancellato dai restauri eseguiti nel 1910: gli arredi attuali provengono da varie residenze principesche. Algardi risolse il problema del dislivello del terreno su cui fu costruito il villino creando un piano seminterrato visibile solo dal giardino segreto.
La visita del Casino Algardi
L’ingresso ufficiale del villino è su via Aurelia antica 111, ma per le visite l’entrata avviene da uno dei viali del parco, il Viale del Maglio: da qui si accede al giardino superiore dal quale si apre una bella vista su San Pietro.
Dirigendosi verso sinistra rispetto al viale d’ingresso del Casino, si trova la zona archeologica, dove sono venuti alla luce una serie di sepolcri di epoca romana, alcuni dei quali venuti alla luce agli inizi dell’800. Più recente (1984) è la scoperta del Colombario di Scribonius Menophilus che conserva mosaici ed affreschi. La presenza di tombe e catacombe nella zona di Villa Pamphilj è dovuta all’usanza romana di seppellire i defunti in prossimità delle vie più importanti: la via Aurelia antica costeggia infatti uno dei lati della villa. Nelle vicinanze si nota un edificio cilindrico in mattoni: è l’ex cappella, realizzata nel 1856 dall’architetto Andrea Busiri Vici, utilizzata dai Doria Pamphilj come tomba di famiglia. A fine ‘800 venne creata la nuova cappella in stile eclettico-romanico, visibile nel Giardino del teatro.
Superato l’atrio, si entra nella Sala Rotonda del piano nobile, a doppia altezza, decorata da quattro grandi statue inserite in nicchie e da tele sovrapporta raffiguranti paesaggi. La cosiddetta Galleria Est, l’ambiente più grande dell’edificio, è il risultato dell’unione ad inizi ‘900 di due stanze, e anche gli stucchi della volta dovrebbero essere dello stesso periodo. Dal balcone della Sala Sud, oggi adattata a salottino, si gode di una bellissima veduta sul giardino segreto.
Scendendo al pian terreno troviamo 4 ambienti che conservano l’originale decorazione a stucco delle volte ideata dall’Algardi per celebrare il cardinal Camillo e lo zio pontefice. Nella Sala dei Costumi Romani, una galleria con volte a botte, i pannelli centrali del soffitto raffigurano Apollo, Minerva e la Giustizia, in riferimento agli studi di Camillo. Come già detto, Algardi si recò più volte a Tivoli per studiare Villa Adriana e si ispirò al suo criptoportico: grazie ai restauri effettuati nel 1989 si è potuto recuperare il colore originale degli stucchi. Nella centrale Sala Rotonda, anch’essa riccamente decorata, le nicchie alle pareti ospitano cinque grandi statue di epoca romana, variamente restaurate: in passato al centro della sala vi era una fontana. Nella Sala di Ercole si sono fortunatamente conservati alcuni degli affreschi di Giovan Francesco Grimaldi. Dal vestibolo su questo piano si esce sul Giardino segreto.
I giardini
Sono due i giardini annessi al Casino:
il Giardino Segreto (chiuso al pubblico), rimasto essenzialmente inalterato, è composto da una fontana centrale fiancheggiata da due gruppi di 4 aiuole e due peschiere sui lati corti. La peschiera occidentale ospita un gigantesco esemplare di Cipresso calvo che in autunno, con il suo colore rosso-arancio, crea un colpo d’occhio bellissimo. Il giardino si affaccia sulla sottostante Fontana di Venere, raggiungibile tramite due rampe di scale, rivestita come un antico ninfeo di conchiglie e sassolini.
Il Giardino del Teatro, (aperto ai frequentatori del parco) prende il nome dalla grande esedra utilizzata per le rappresentazioni all’aperto: nel ‘700 in un vano era collocato un organo idraulico che spruzzava acqua addosso a coloro che si avvicinavano attirati dalla musica. Era presente anche una giostra di cavalli di legno. Il giardino subì vari cambiamenti tra i quali la trasformazione da giardino all’italiana a giardino all’inglese voluta da Lady Mary Talbot, moglie del principe Filippo Andrea V (a proposito di Lady Talbot ho letto che, alla sua morte, il principe fece piantare dei cipressi a formare il nome Mary in modo da poter vedere la scritta dal Casino).
Ancora presente è il Ninfeo del Satiro, per il quale è stato preso a modello il teatro con giochi d’acqua di Villa Aldobrandini a Frascati. Il Ninfeo inizialmente era su 3 piani, nel piano più basso si apre la grotta con statue di tritoni, sirene e quella del Dio Tevere, mentre più in alto era posizionata una statua di Venere.
Purtroppo durante la visita è severamente proibito fotografare gli interni ed il giardino segreto, ma forse questo è un bene che ci permette di ammirare le bellezze del villino solo con gli occhi e non attraverso la lente di una camera!
Ho scoperto questo luogo proprio l’ultima volta che sono andata a Roma, che meraviglia passeggiare all’interno del parco! Prossima volta che tornerò a Roma spero di visitare anche la zona di parco inaccessibile a causa lavori e di riprenderci un caffè insieme!
Ciao Claudia, ti aspetto! O magari vengo io a trovarti
Credo che per vedere tutte le meraviglie di Roma non basti una vita intera. Villa Pamphilj la conoscevo ma il Casino Algardi non l’avevo mai sentito, eppure sono stata a Roma 5 volte! Grazie dell’articolo, quando ci tornerò lo visiterò!
Beh la villa è talmente grande che, se non si sa bene dove è il casino, si rischia di non vederlo!
Torno a Roma sempre molto volentieri, soprattutto perché è una città talmente grande e talmente ricca di storia che c’è sempre qualcosa da vedere. Mi salvo l’indirizzo perché, oltre ad essere curiosa di vedere gli interni del casino con i miei occhi, voglio proprio vedere il giardino!
Ti aspetto a Roma!
Nonostante abbia dei parenti lì e ci sia stata diverse volte, devo ammettere che Roma non la conosco benissimo. Di solito ci si concentra nei soliti “luoghi turistici”, ma c’è tantissimo altro da scoprire. Mi segno il tuo articolo per una prossima visita a Roma.
Mi farà piacere consigliarti qualche luogo non turistico quando tornerai.
che meraviglia, sono tornata a Roma di recente, ma salvandolo nella lista dei desideri ho qualcosa di nuovo per il prossimo giro
Quando capiti a Roma, avvisami che posso farti da guida
Roma non finisce mai di stupire! Bellissimo il tuo articolo, spero davvero di riuscire a visitare Villa Pamphilj e magari anche il giardino segreto che mi intriga moltissimo proprio perchè è segreto!
Se capiti a Roma ti faccio da guida!
Quanti luoghi favolosi nascondono le nostre belle città italiane, non conoscevo questo tesoro romano
Anche molti romani non lo conoscono!
Mi sono assolutamente persa nei meandri del racconto che ci hai fatto. È stato davvero interessante anche perchè sono stata tantissime volte a Roma ma non a Villa Pamphili. Ottimo spunto davvero.
Per me (ma sono di parte) Villa Pamphilj è ancora più bella di Villa Borghese o Villa Ada.
Ho sentito sicuramente nominare Villa Pamphili, ma non avevo mai sentito nominare il Casino Algardi. Un articolo molto interessante che ho letto con piacere!
Che magia. Non conoscevo sinceramente questo luogo e devo dire che mi ha colpita fin dalla prima immagine. Chissà quanti luoghi ci perdiamo a Roma buttandoci sempre sulle attrazioni più turistiche e tralasciando queste meraviglie!
Sono nata e cresciuta a Roma, eppure anche io scopro sempre nuove meraviglie!
Sono vicinissima a Roma ci vado anche molto spesso ma i meravigliosi tesori che custodisce sono talmente tanti che non basterebbe una vita per riuscire a visitarli tutti. Segno anche questo nella speranza di visitarlo al più presto..
Hai ragione, non si finisce mai di scoprire qualcosa di bello!