Quest’anno ho avuto l’occasione di visitare due meravigliose case-museo di epoca georgiana (la Georgian House di Edimburgo e N.1 Royal Crescent a Bath), conservate in tutta la loro bellezza a testimonianza dello status sociale dei loro proprietari. Anche la casa-museo del 14 Henrietta St. a Dublino risale all’epoca georgiana, ma questa casa racconta tutta un’altra storia, la storia stessa della Dublino di fine ‘800.
La storia di 14 Henrietta St.
Henrietta St. fu costruita nel 1720 dall’imprenditore Luke Gardiner per ospitare prestigiose abitazioni per l’élite di Dublino: i palazzi tra il n. 13 e il n. 15 vennero realizzati alla fine degli anni 40 del ‘700, sempre da Gardiner.
I primi occupanti del n. 14 furono il Lord Visconte Molesworth (di 63 anni) e la sua seconda moglie Mary Jenney Usher, (appena quindicenne), che qui diede alla luce le sue figlie. Tra gli inquilini successivi a fine ‘700 ci furono John Bowes, Lord Cancelliere d’Irlanda e il 12mo Visconte Dillon. Molto curioso il fatto che nel 1786 al n. 15 visse come governante Mary Wollstonecraft, celebre attivista dei diritti femminili e madre di Mary Shelley, la creatrice di Frankenstein.
La casa era su 5 piani e aveva un giardino sul retro, il cortile con le stalle e la rimessa per le carrozze. Nella suddivisione delle stanze c’era una netta separazione tra la parte pubblica, quella privata e quella riservata alla servitù. Dalla grande hall d’entrata a doppia altezza, salendo per lo scalone principale si accedeva al piano nobile dove vi erano le stanze di rappresentanza e la camera da letto della padrona di casa, al secondo piano vi erano le altre camere da letto mentre gli ambienti per la servitù erano nell’attico e nel piano interrato. Una seconda scala di servizio era usata dal personale che lavorava per i proprietari. Per quanto possa sembrare strano oggi, essere al servizio di una ricca famiglia era un’ottima opportunità per le giovani povere, che potevano così avere vitto e alloggio, anche se il lavoro era molto duro, correndo tutto il giorno sù e giù per le scale e portando secchi pieni d’acqua, di carbone e di rifiuti corporali.
Nel 1801 furono approvati gli Acts of Union, che trasferirono tutto il potere a Londra decretando l’inizio del declino di Dublino, peggiorato dal ritorno di soldati e marinai dalle guerre napoleoniche. L‘élite politica e sociale si trasferì in Inghilterra e gli edifici della strada furono occupati da avvocati ed impiegati che installarono qui i loro uffici.
Le cose cambiarono drasticamente con la Grande Fame quando la popolazione cittadina crebbe fino a raggiungere 36.000 anime: a causa della forte domanda di abitazioni a basso prezzo per i poveri, i proprietari immobiliari iniziarono a suddividere le grandi case georgiane in appartamenti più piccoli. Nel 1876 Thomas Vance acquistò Number 14 and creò 19 abitazioni da una, tre e quattro camere.
La grande casa che una volta aveva ospitato personaggi abbienti era ora piena di famiglie (composte anche da 15 persone!) che spesso vivevano stipate in una sola stanza, senza servizi igienici ed acqua corrente: alcune stanze al piano interrato non avevano neanche i vetri alle finestre perchè si pensava fosse più salubre far entrare l’aria!
Un censimento del 1911 mostra che nel palazzo vivevano 100 persone, tra di loro c’erano falegnami, modiste e sarte, rilegatori. Finalmente negli anni ’30 si decise di migliorare le condizione abitative di Dublino e si iniziò a costruire nuovi condomini e nuove aree nei sobborghi. Se la vita nelle nuove case nei sobborghi era oggettivamente più semplice, molti si lamentarono del costo degli autobus per arrivare in città, della mancanza di negozi e dei mercati cittadini e soprattutto della mancanza della rete sociale fatta di familiari e amici così caratteristica dei grandi palazzi di Dublino al punto che molte persone tornarono a vivere nei vecchi caseggiati.
L’ultima inquilina di Henrietta St. 14 andò via a fine anni ’70 quando parte del palazzo era già stato dichiarato inagibile. Nel 2000 il Dublin City Council iniziò il lungo processo per l’acquisto della casa e dopo un lavoro decennale per salvarla e conservarla nel 2018 (con un costo di 4 milioni e mezzo di euro), 14 Henrietta St. ha finalmente aperto al pubblico.
La visita di 14 Henrietta St.
La casa è visitabile solo con una visita guidata: inoltre in alcuni degli ambienti ci sono dei brevi video molto interessanti che spiegano in maniera più approfondita la sua storia, così intimamente legata alla storia della città.

Ph. tratta dal sito del museo
Dopo essere saliti per la splendida scala principale ed aver osservato il modellino della palazzina, si visitano una delle sale di rappresentanza e la camera da letto della lady of the house.
Qui Mary Jenney Usher diede alla luce le sue figlie.
Dato il suo status sociale, Mary passò i mesi della gravidanza confinata nella sua stanza, perchè sarebbe stato disdicevole mostrarsi in pubblico con il pancione, con una cameriera che si occupava di ogni suo bisogno: una condizione molto diversa da quella delle donne povere della città. Fortunatamente, grazie a Bartholomew Mosse, il primo medico specializzato in ostetricia, che costruì il Rotunda Hospital, il primo ospedale di maternità in Europa, la situazione delle partorienti indigenti della città migliorò notevolmente. Il letto collocato in questa stanza apparteneva proprio a Mosse.
Da questa stanza lo scenario cambia completamente e s’inizia a scoprire il triste declino della ricca abitazione.
Su un muro del corridoio di questo piano è ancora leggibile un graffito “Any persion who tampers wit anny ting or who is not reardint in this house wil be prosacuhted by law” che, se da una parte dimostra con i suoi errori grammaticali il basso livello d’istruzione dei nuovi abitanti del palazzo, dall’altro racconta come questi formassero una comunità dove ci si sorvegliava e proteggeva a vicenda.
I portoni non erano chiusi a chiave e spesso la gente passava attraverso i palazzi usandoli come scorciatoie e la notte qualcuno entrava per dormire al riparo nei corridoi: anche le singole abitazioni non erano chiuse e si racconta che si lasciavano le porte aperte di notte per far filtrare un pò di luce ed aiutare chi doveva raggiungere il bagno. È facile capire quindi come la reciproca sorveglianza fosse essenziale.
Continuando la visita ogni stanza racconta una storia e un’epoca, come quella di Patrick Horrigan. Patrick visse qui dalla sua nascita, nel 1943, fino a quando la sua famiglia si trasferì nel 1954. Ha donato al museo la culla che suo nonno gli costruì, incredibilmente non andata distrutta, ancora con il materasso originale e decorata con gli adesivi del cartone animato Biancaneve e i 7 nani. Sul caminetto è visibile una foto di Patrick in quella stessa culla.
Nonostante le povere sistemazioni, la vita di un bambino poteva essere comunque serena: le famiglie erano numerose, spesso nello stesso caseggiato vivevano parenti ed conoscenti nelle cui case si poteva andare e venire senza problemi, e la strada permetteva di giocare insieme agli amici per ore. Mi sono chiesta se la vita dei bambini di adesso sia davvero più felice……
Drammatiche dovevano essere le condizioni di vita di chi viveva negli stanze del piano interrato, quello che una volta ospitava gli ambienti per la servitù: oltre a non avere acqua ed elettricità, qui non avevano neanche la luce solare o aria pulita a migliorare la situazione (la stanza è stata ricreata sulla base di foto dell’epoca).
Le righe tracciate sulla parete e sul pavimento di questa stanza mostrano come dei tramezzi la dividessero nei 4 ambienti in cui negli anni ’60 qui viveva una famiglia.
L’ultima stanza che si visita è chiamata Mrs. Dowling’s room dato che ci vissero due degli ultimi abitanti di 14 Henrietta St, Lily Dowling e sua madre Elizabeth. Lizzie Dowling era arrivata qui nei primi anni ’40 con suo marito e i 4 figli: rimasta presto vedova, era riuscita a mantenersi lavorando come sarta. L’arrivo della luce elettrica migliorò le loro condizioni di vita anche se l’acqua corrente non fu mai installata e Lizzie continuò a portare l’acqua a casa con un secchio fino al 1975. Il figlio di Lily e sua nipote hanno regalato al museo oggetti originali che hanno permesso di ricostruire come era l’appartamento negli anni ’60: c’era una macchina per cucire, un pianoforte, una buona carta da parati e delle tende dividevano la stanza in tre ambienti.
Ho trovato la visita al 14 Henrietta St. davvero interessante e toccante, perchè mi ha mostrato un lato della storia di Dublino che non conoscevo e aiutato a comprendere anche alcuni aspetti della città moderna. Davvero un bellissimo museo da non perdere!
Per tutte le informazioni => 14henriettastreet.ie
Dublino è una città con mille risvolti storici e, attraverso questo tuo articolo di approfondimento, mi sono più chiari alcuni risvolti del suo passato. Appena riuscirò a tornare in Irlanda, non perderò questa visita storica di grande interesse
Una città con una storia molto travagliata alle spalle che rispecchia la storia dell’intera Irlanda, molto interessante da conoscere
A me piace molto scoprire la storia di queste antiche dimore. Non deve essere stato facile vivere a quei tempi ed in quelle condizioni. Tante persone in un piccolo spazio e le finestre senza vetri.
Mi si è stretto il cuore sentendo la storie del periodo della grande fame
E poi dicono che a Dublino non c’è niente da vedere!!! Guarda tu che posti bellissimi che ci sono ;)!
A Dublino ci sono tante cose molto interessanti!
Un luogo che consente di comprendere le condizioni di vita dei secoli scorsi. Sicuramente sono visite utili per affacciarsi in maniera più approfondita ad una cultura.
Esatto, è stata un’utile lezione sulla storia di Dublino
Non conoscevo affatto questa casa museo! Sicuramente molto interessante e da visitare se si capita da queste parti!
La vita a quel tempo doveva essere tanto, troppo dura e l’Irlanda non ebbe proprio fortuna tra carestie ed epidemie: fa impressione pensare che in un’unica stanza ci potevano vivere anche 10 o 15 persone. Sono contenta di aver scoperto un’altra casa-museo con questo articolo, grazie!
Io sono rimasta davvero scossa nel sentire alcune storie, soprattutto per il fatto che gli inglesi lasciarono morire migliaia di persone senza far niente.
Davvero un viaggio nel tempo! Adoro la storia e le storie e questa è davvero bella e toccante. Un vero intreccio, non sapevo che esistesse questo museo a Dublino. Da visitare assolutamente!
Marina mi porti sempre in luoghi che forse io non avrei mai pensato di visitare. Interessante la storia, impressionante come avevano diviso gli spazi in seguito, e infine un ottimo restauro che ha restituito al mondo un luogo molto bello
Mi piace l’idea di poter visitare delle dimore storiche per viaggiare nel tempo e cercare di capire come si vivesse lì in passato. La mia fantasia galoppa speditamente ma anche le riflessioni sulla felicità. Ieri i bambini erano liberi di passare da un alloggio all’altro per trascorrere il tempo coi loro amici. E tutti si aiutavano a vicenda.
i tuoi suggerimenti non sono mai banali cara Marina. Trovo bellissima questa casa e la storia che racconta, uno spaccato di vita dalla nobiltà con scaloni d’onore e servitù alla povertà più nera che vedeva le persone stipate in spazi piccolissimi. Bello che adesso abbia ripreso vita e sia un museo
Grazie Antonella. In effetti hanno fatto davvero un ottimo lavoro nel restaurarla e adibirla a museo
Questa casa-museo è molto interessante e piena di storia. Con i tuoi articoli mi stai facendo conoscere luoghi insoliti. Grazie
Grazie Cristina! I posti meno conosciuti sono quelli che mi piace visitare per poi scriverne
Ma io non la conoscevo, anche se conosco abbastanza bene Dublino, ora ho una buona scusa per tornare a Dublino e organizzare una visita guidata!
In effetti non è tra le attrazioni più celebri di Dublino, ma è davvero interessante
Ma che meraviglia. E’ bello leggere di dimore storiche che continuano a mostrare la parte più intima per aiutare i viaggiatori a capire e vivere il passato di una popolazione. Belli gli interni, Si vede che non è stato toccato nulla. Da segnare!
Non posso che consigliare di visitarla, perchè s’impara molto della storia di Dublino
Una casa che ne ha viste davvero di tutti i colori. Trovo molto interessante il passaggio da residenza per gente altolocata ad alloggio popolare, e l’immagine che hai pubblicato che mostra la camera di Mary Jenney Usher e l’ambiente successivo fa davvero effetto. Senza dubbio è stata una visita toccante che permette di scoprire un aspetto della storia dublinese che di solito si ignora.
Io ho davvero amato questa visita, è stata una delle cose più interessanti che ho fatto a Dublino
I tuoi articoli allargano i miei orizzonti, complimenti.
Grazie!